martedì 29 marzo 2016
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NAPOLI La patente gli era stata revocata da cinque anni, la sua auto era sprovvista di revisione e lui sabato sera viaggiava a 100 chilometri all’ora in un tratto di strada dove il limite era di 40, invadendo la corsia opposta. A bordo, con sé, due bambini di 10 e 12 anni. I suoi nipoti. È bastato un attimo: un’altra macchina che sopraggiunge dalla corsia opposta, l’inutile sterzata, la tragedia. A perdere la vita è stato il giovane autista dell’altra vettura, il 28enne Antonio Tufano, in tasca i sogni di una vita, la Pasqua da trascorrere in famiglia. Alessandro Pepe, 37 anni, di Somma Vesuviana, se l’è cavata con qualche frattura, ma è il primo automobilista accusato del reato di omicidio stradale e arrestato dopo l’entrata in vigore della nuova legge, sabato scorso, che sancisce l’omicidio stradale colposo come reato a sé con un aggravamento delle pene, nel caso venga commesso sotto l’effetto di droghe o alcol. L’uomo era già noto alle forze dell’ordine locali: era stato sorpreso alla guida privo della patente, che gli era stata revocata nel 2011 con provvedimento della prefettura di Napoli, dopo aver riportato una condanna per stupefacenti. Non gli era bastato: sabato sera si trovava nell’area indu- striale di Somma Vesuviana, in provincia di Napoli, con la sua Opel Corsa. Una folle corsa. È lì che è avvenuto il terribile scontro frontale con la Toyota Yaris su cui viaggiava Antonio, morto all’istante nell’urto. Nell’incidente sono rimasti feriti anche i due bambini che erano a bordo della Opel: entrambi sono stati trasportati all’ospedale pediatrico Santobono di Napoli, dove uno è ancora in prognosi riservata ma non sarebbe in pericolo di vita. Immediato il sequestro delle auto e i rilievi dei Carabinieri per accertare a dinamica dello scontro. Le indagini hanno portato ad accertare che al momento dell’impatto il veicolo che conduceva Pepe non solo era sprovvisto di revisione, ma era stato posto sotto sequestro nel novembre scorso. Di più: la Opel procedeva a velocità doppia rispetto a quella consentita (marciava a 100 km/h circa, quando il massimo era di 40 km/h) e aveva oltrepassato completamente la propria mezzeria, invadendo quella opposta, dove regolarmente procedeva la vittima. Le indagini, svolte anche alla luce dell’entrata in vigore della nuova legge in materia, si sono concluse con l’arresto dell’autista da parte dei carabinieri della stazione di Somma Vesuviana per il delitto di omicidio stradale e lesioni personali stradali. Ora è sottoposto agli arresti domiciliari nel luogo di cura dove è ricoverato, a seguito di disposizione del pm della Procura di Nola che ha richiesto anche la convalida dell’arresto al gip. Ancora ignoto invece il pirata della strada che nell’Avellinese, la sera di Sabato Santo, ha travolto e ucciso Patrizia Marro, 56 anni. La donna faceva la badante a Cervinara, comune irpino, e sabato si stava recando a casa a piedi dopo il lavoro. La vettura che l’ha uccisa sulla via variante potrebbe essere di grossa cilindrata. Utili gli indizi rilevati da alcune telecamere di sorveglianza. Dai frammenti di uno specchietto retrovisore si potrebbe risalire alla vettura dell’automobilista che dopo aver travolto a donna non si è fermato a soccorrerla. © RIPRODUZIONE RISERVATA La tragedia Il luogo dell’incidente mortale avvenuto nel Napoletano
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