venerdì 18 giugno 2021
Aule studio e spazi per la boxe. L'arcivescovo Battaglia: prendiamoci cura di chi è più fragile.
Il capo della Polizia, Lamberto Giannini, nella palestra

Il capo della Polizia, Lamberto Giannini, nella palestra - .

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«Da qui nasceranno i veri campioni». Ne è sicuro il capo della Polizia, Lamberto Giannini, nella sua prima visita a Napoli, ieri, per l’inaugurazione di un centro polifunzionale nel quartiere Sanità. 2.000 metri quadri, tutti ristrutturati con l’impegno e il lavoro di tanti: aule studio per il doposcuola, spazi per attività culturali e – il vero gioiello – un ring dove tirare di boxe. È la scommessa per i giovani del rione Sanità, all’indomani di una nuova tragica sparatoria a Napoli, nei Quartieri Spagnoli, che ha visto il ferimento di due operai incensurati, per l’ennesimo regolamento di conti tra clan. Le due vittime, Enrico De Maio e Vittorio Vaccaro, secondo l’ipotesi più accreditata, sarebbero stati colpiti per errore: appare verosimile che il raid avesse come obiettivo un’altra persona riuscita a sfuggire all’agguato. I due operai stavano rientrando a casa dopo il lavoro e sarebbero stati coinvolti. Uno di loro sarebbe in gravi condizioni. Giannini ha girato il quartiere e visitato questi luoghi spesso teatro di violenza. «L’episodio è gravissimo – ha detto in riferimento alla sparatoria – ma sono fiducioso: a questa gravità estrema corrisponderà sempre e come sempre tutto il nostro impegno.

Napoli è una città complessa, è straordinario l’impegno che serve giorno per giorno per cercare di prevenire e contrastare» la criminalità. Quanto all’iniziativa presentata ieri nel Rione Sanità, «qui ci sono campioni che hanno dimostrato di essere tali non so- lo nello sport – ha proseguito Giannini – ma anche nella vita. Quello che mi ha colpito è l’umiltà e lo spirito di servizio: questa è l’attività della Polizia di Stato, la vicinanza con i cittadini, la possibilità di crescita e di servizio». La struttura, nel cuore del quartiere Sanità, in via dei Cristallini, vuole essere proprio un segnale di futuro e un’alternativa alla strada per tanti ragazzi. Sulla parete della palestra campeggia la scritta del pugile statunitense Sugar Ray Robinson: «Per essere un campione devi credere in te stesso quando nessun altro lo farà».

E l’arcivescovo di Napoli, monsignor Mimmo Battaglia, presente al taglio del nastro, ha invitato proprio ad «aver cura di chi è fragile», senza dimenticare che va «maneggiato con cura» come ogni oggetto particolarmente delicato. Battaglia ha sottolineato, infatti, che accanto alla «rinascita del palazzo occorre prendersi cura di ogni persona, camminando insieme e costruendo rete, condividendo percorsi che poi diventano processi di libertà e di riscatto. Ogni fragilità può diventare un’opportunità – ha concluso il vescovo –. Ecco il senso di questa struttura».

Dopo quasi vent’anni la Sanità ha, infatti, recuperato l’ampio spazio, grazie alla caparbietà del suo parroco, don Antonio Loffredo, e la lucidità della Fondazione San Gennaro, presieduta da Pasquale Calemme. In via Cristallini 73, centinaia di ragazzi potranno trovare quella «voglia di riscatto», di cui ha parlato il sindaco Luigi de Magistris. Tra pugilato, judo e ginnastica i giovani del quartiere impareranno le regole: «Un momento emozionante – ha spiegato il questore di Napoli, Alessandro Giuliano – che arriva dopo anni di lavoro di squadra. Un impegno corale iniziato tre anni fa grazie alla lungimiranza di don Antonio Loffredo. Ma soprattutto grazie a campioni internazionali che in tuta da lavoro si sono messi a ritinteggiare questi spazi insieme agli altri con generosità».

Saranno proprio le Fiamme Oro della Polizia, con il presidente Francesco Montini, ad avvicinare i ragazzi alle istituzioni ea far praticare lo sport. Come ha testimoniato la presenza di grandi campioni tra cui Pino Maddaloni – intervenuto con il papà Gianni, maestro della nota palestra di Scampia, in cui tanti giovani sono stati recuperati – e i fratelli Massimo e Raffaele Parlati, pronti a breve alla sfida mondiale di Tokyo. Per realizzare qui anche «una Casa delle fragilità, in cui chiunque entri si possa sentire accolto e dove ognuno possa ritrovare eroi esemplari ».

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