mercoledì 29 settembre 2010
Parte il tavolo fra sindaci e Provincia. Il ministro Maroni: «Il governo è presente». Allarme dei parroci: la paura fa fuggire la gente. Gennaro Langella, primo cittadino di Boscoreale, interrompe dopo 4 giorni lo sciopero della fame.
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Tra difficoltà, proteste, appelli, episodi inquietanti, provocazioni si cercano soluzioni all’emergenza rifiuti su cui da ieri è calata l’interruzione anche della prima linea (l’unica attiva delle tre) del termovalorizzatore di Acerra. Dalla Protezione civile fanno sapere che l’inconveniente rientra nella norma e che il momentaneo blocco non comporterà disagi nello smaltimento dei rifiuti. A Napoli intanto la raccolta straordinaria delle 800 tonnellate di spazzatura abbandonata è stata completata. La città quindi respira e ringrazia la discarica delle Pozzelle a Terzigno dove gli autocompattatori scortati da polizia e carabinieri hanno potuto varcare l’ingresso presidiato dai cittadini dei comuni vesuviani. Il ministro dell’Interno Roberto Maroni, a Napoli per una riunione con gli industriali, ha ribadito che le forze dell’ordine stanno gestendo «con prudenza» la nuova emergenza dei rifiuti «per evitare incidenti e garantire il regolare svolgimento delle operazioni di raccolta» e ha sottolineato che «il governo c’è ed è presente. Esiste un piano approvato dal Parlamento che deve essere attuato - ha proseguito il ministro - deve essere un’azione comune, coordinata tra governo centrale e governi del territorio. Funziona così perché le cose vadano bene. E deve applicarsi anche qui». Nella stessa circostanza il procuratore della Repubblica di Napoli, Giandomenico Lepore, ha ripetuto che non c’è nessuna prova della mano della camorra nelle violenze degli ultimi giorni aggiungendo che «l’alibi della camorra serve a giustificare tante cose». E poi: «L’emergenza rifiuti è cominciata 16 anni fa, ed io ho sempre sostenuto che non è mai finita. Si sarebbe dovuta fare la raccolta differenziata e si sarebbero dovuti costruire i termovalorizzatori, cose che non sono state fatte. L’emergenza non si può risolvere con le discariche, che vanno ad esaurimento, bisognava costruire i termovalorizzatori ma fino ad oggi ho sentito solo parole e non ho visto mettere pietre. Non tutto quello che doveva essere fatto è stato fatto, a cominciare dal governo».Ma nel Parco Nazionale del Vesuvio la tranquillità non è tornata: si manifesta sempre contro l’apertura della seconda discarica, la più grande d’Europa. Ora con qualche spiraglio di speranza. Si passa infatti al dialogo: decisa l’istituzione in Provincia di un tavolo tecnico istituzionale permanente, con la partecipazione della Regione Campania, che si riunirà già domani, per individuare alternative all’invaso di cava Vitello. L’accordo ha spinto Gennaro Langella, sindaco di Boscoreale, ad interrompere dopo quattro giorni lo sciopero della fame. La tenda in piazza Pace resterà però come punto di informazione ed incontro. «Abbiamo ottenuto - spiega Langella - una piccola prima vittoria, speriamo sia un passo verso la soluzione definitiva che porta alla non apertura della discarica. Si studierà un’alternativa che consentirà anche di non ripiombare nell’emergenza tra cinque, sei mesi». Non si rinuncia però alle iniziative di lotta già decise. Ieri sera la riunione dei sindaci del Parco del Vesuvio, questa sera, in piazza Pace, la veglia di preghiera con il vescovo di Nola monsignor Beniamino Depalma, domani lutto cittadino nei comuni dell’area vesuviana. A misurare la preoccupazione dei cittadini c’è infatti la Chiesa. I parroci di Boscotrecase hanno lanciato un allarme spopolamento. «L’aria malsana - sottolineano - sta rendendo invivibile la vita dei cittadini e la paura per la salute sta creando una fuga di famiglie, impoverendo il paese». E questo si collega al fatto che «l’attività economica nella zona del Parco del Vesuvio, bene dell’umanità, sta scomparendo e nello stesso tempo il turismo sta perdendo quota».
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