sabato 20 ottobre 2018
L'appello dell'Istituto Eduardo De Filippo: «Vogliamo avere una scuola uguale a tutte le altre, dove si può giocare a calcio e si può andare in palestra normalmente».
Il pallone sgonfio ai bordi di quello che dovrebbe essere un luogo di gioco e di crescita per tanti ragazzi

Il pallone sgonfio ai bordi di quello che dovrebbe essere un luogo di gioco e di crescita per tanti ragazzi

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Un pallone sgonfio giace ai bordi del campo di calcio dell’Istituto comprensivo Eduardo De Filippo. Intorno erbacce e rifiuti. Sullo sfondo i palazzoni del rione Conocal, uno dei quartieri-ghetto sorti nelle periferie di Napoli nel post-terremoto. Su quel campo gli insegnanti, gli studenti, i genitori del quartiere ieri sono tornati insieme al procuratore nazionale Antimafia Federico Cafiero De Raho per lanciare un messaggio forte alle istituzioni: «Vogliamo avere una scuola uguale a tutte le altre, dove si può giocare a calcio e si può andare in palestra normalmente».

Sono tornati a riappropriarsi dei propri spazi, i ragazzi del De Filippo. Da lì lanciano l’appello al presidente del Coni Giovanni Malagò affinché faccia qualcosa per far tornare il loro campetto alla normalità. Già, perché in questo angolo di Napoli ai bambini non è consentito nemmeno di poter fare una semplice partita a calcetto. Tra i palazzoni del quartiere domina il degrado. E dove c’è il degrado domina la camorra, che nelle ultime settimane ha alzato il tiro, sempre più minacciosa, e spara nelle strade. Il Sabato delle Idee, il pensatoio fondato dallo scienziato napoletano Marco Salvatore, ha così deciso di portare nel Conocal le istituzioni, l’università, la Chiesa, la magistratura, ma soprattutto gli artisti del mondo dello spettacolo e gli sportivi che possono dire di avercela fatta e di essersi affrancati dal degrado delle periferie napoletane.

Uno studente su tre al Sud abbandona la scuola. Oltre un milione di giovani è destinato a un futuro di serie B. E il numero maggiore in Europa è proprio in Campania e in Sicilia. Una generazione perduta. Lo sa bene il rettore dell’Università Federico II di Napoli, Gaetano Manfredi, che ammonisce i ragazzi del Conocal: «Chi non studia, e chi non ha competenze è condannato a restare fuori dalla società e può finire nella morsa della camorra. Perciò studiate».

I ragazzi del De Filippo rispondono con i cartelli che hanno preparato per l’occasione, aiutati dai loro insegnanti: "Noi non siamo bambini di serie B", "Dateci un punto di riferimento e toglieteci dalla strada". Il Sabato delle Idee è qui per portare al Conocal quell’idea di “rammendo sociale e fisico” mutuata dalla riflessione dell’architetto Renzo Piano. Un rammendo che deve partire dal campo di calcio abbandonato dell’istituto, perché niente come lo sport può essere efficace in contesti come questo. Lo sa bene Gianni Maddaloni da Scampia, che mostra ai bambini la medaglia d’oro del suo miglior allievo, il figlio Pino, ricordando loro: «Anche voi ce la potete fare».

Lo sport come educazione civica. Su questo filo si muove anche il discorso accorato del procuratore nazionale Antimafia ai ragazzi. «Lo sport mi ha insegnato tanto da ragazzo. Innanzitutto mi ha insegnato che ci sono delle regole che vanno rispettate e che c’è un avversario che va altrettanto rispettato. Sono valori che, trasportati nella vita civile, possono fare veramente la differenza».

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