martedì 16 aprile 2019
Simulavano incidenti e arrivavano persino a spezzare gambe e braccia a vittime compiacenti. Nei guai sono finite 42 persone, tra cui un avvocato
Uno degli arrestati nel filone delle indagini sulle truffe alle assicurazioni (Ansa)

Uno degli arrestati nel filone delle indagini sulle truffe alle assicurazioni (Ansa)

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Ossa spezzate per ottenere meno di 500 euro – per un braccio fino a 1.000 – e tirare a campare ancora per un po’, ma permettendo alle bande di truffatori di arricchirsi alle spalle delle assicurazioni. Le intercettazioni e le testimonianze raccolte nell’inchiesta che ieri ha portato in carcere 42 persone a Palermo assomigliano a una galleria degli orrori. Avrebbero sopportato di tutto i disperati disposti a subire menomazioni fisiche anche permanenti, simulando falsi incidenti stradali e finendo al pronto soccorso con gravi fratture provocate invece in un magazzino con dischi di ghisa come quelli che si usano nelle palestre o con blocchi di cemento. Tossicodipendenti disposti a soffrire per ottenere i soldi per una dose, ragazze madri disperate, senzatetto vittime della povertà e del degrado. «Sangue, sangue dappertutto» descrive al telefono una delle donne-aguzzine. «Sembrava una gallina... lo sai, quando gli stirano il collo? » continua raccontando le urla di una delle vittime dell’organizzazione criminale. «Mi state ammazzando, aiuto, mi state ammazzando...» si dispera un altro e per risposta riceve un drastico «Non gridare...». Il caso più grave ha portato alla morte di un giovane tunisino, Hadry Yakoub, trovato senza vita per strada il 9 gennaio 2017, a prima vista vittima di un incidente stradale; in realtà era deceduto a causa delle lesioni patite che gli erano state procurate altrove, prima di essere abbandonato sul manto stradale. Dal ritrovamento del cadavere in strada era nata la prima inchiesta, che lo scorso agosto aveva portato in carcere 11 persone.

Ieri, invece, i poliziotti delle squadre mobili di Palermo e Trapani hanno fermato altre 34 persone, il Nucleo di polizia economica-finanziaria e gli agenti della polizia penitenziaria altre otto, su provvedimento richiesto dalla Procura di Palermo, che ha coordinato la maxi-inchiesta. Gli arrestati nelle operazioni 'Contra Fides' e 'Tantalo 2' sono accusati, a vario titolo, di lesioni gravi, usura, estorsione, peculato, truffe assicurative e autoriciclaggio. Tra questi anche un avvocato palermitano, Graziano D’Agostino, che curava la parte legale di molti dei falsi sinistri. Circa 250 gli indagati per avere avuto atteggiamenti compiacenti. Le indagini hanno portato alla luce un vasto e ben strutturato gruppo criminale, che aveva messo in piedi un sistema ramificato sul territorio, che operava in più quartieri di Palermo attraverso reclutatori e poi veri e propria “spaccaossa”, incaricati di procurare le fratture. Settanta gli episodi ricostruiti, ma le vittime potrebbero essere fino a 300.

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