venerdì 17 maggio 2013
​Altri 12 «avvisi» e 15 perquisizioni A Lugano le «casse» del riciclaggio. ​Nel mirino delle autorità elvetiche c’è una finanziaria ticinese coinvolta anche in una compravendita di titoli tossici a danno dell’istituto di credito toscano​.
Lo Ior sta valutando azioni legali contro le accuse di riciclaggio
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Tecnicamente si chiamano «retrocessioni». Vuol dire «tangenti». Pagate da investitori della banca Montepaschi di Siena alla cosiddetta «banda del 5%», specializzata in operazioni finanziarie su scala internazionale e che, secondo gli inquirenti senesi, avrebbero a che fare con il riciclaggio di proventi illeciti e reati di evasione e frode fiscale.Ieri la Guardia di finanza ha eseguito quindici perquisizioni, grazie anche alla «straordinaria collaborazione – spiega un inquirente – delle autorità svizzere, che ci hanno messo a disposizione una miniera di informazioni». Le autorità elvetiche hanno condotto perquisizioni nel Canton Ticino. Nel mirino ci sarebbe una finanziaria di Paradiso, nei pressi di Lugano, che sarebbe coinvolta anche in una compravendita di titoli tossici in danno a Mps.Questo nuovo filone conta 12 indagati, alcuni dei quali nuovi nell’inchiesta, mentre altri erano già stati iscritti sul registro dalla Procura di Siena nel febbraio scorso, quando le indagini portarono all’arresto dell’ex capo dell’area finanza del Monte dei Paschi, Gianluca Baldassarri, detenuto da tre mesi nel carcere fiorentino di Sollicciano. L’indagine mira a «risalire la catena non escludendo l’ipotesi di "retrocessioni" ossia di tangenti», appunto il 5% del valore delle operazioni, pagate per concludere gli "investimenti".Nel registro degli indagati è stato iscritto anche Roberto Villa, ex presidente della finanziaria Starfin e di Richard Ginori (gruppo che ha rischiato il tracollo e che proprio ieri ha ottenuto l’accordo di salvataggio attraverso il gruppo Gucci), ipotizzando a suo carico il reato di riciclaggio. La procura di Firenze ha infatti aperto un fascicolo sulla gara d’asta del 22 aprile per la vendita della Ginori. L’unica offerta è arrivata da Gucci che ha messo sul piatto 13 milioni di euro e un piano di rilancio che dovrebbe salvare almeno 230 dei 304 dipendenti. In procura si spiega che gli accertamenti non riguardano la posizione di Gucci ma «eventuali terzi». Il sospetto, infatti, è che si sia tentato il sabotaggio della gara: l’aggiudicazione definitiva dell’azienda a Gucci è prevista per il 25 maggio ed é subordinata ad un accordo con i sindacati. Gli accertamenti, viene spiegato in procura, «sono a salvaguardia della genuinità delle procedure e possono riguardare eventuali terzi» ma l’indagine non riguarda Gucci «che sta salvando un’azienda». Come dire che il metodo di lavoro della "banda del 5%" potrebbe aver avuto a che fare anche con le sorti dello storico marchio toscano. Secondo quanto ricostruito dalla procura fiorentina che indaga sulla Richard Ginori, Gianluca Baldassarri, tra l’altro, avrebbe anche svolto investimenti nella Starfin, la società con la quale Villa comprò la storica fabbrica fiorentina. I due sono amici da sempre essendo anche nati nella stessa località, Lugo di Romagna, in provincia di Ravenna.L’inchiesta senese, invece, va avanti di pari passo con quella dei colleghi della procura di Lugano che hanno iscritto nel registro degli indagati altri personaggi legati alla finanza svizzera e al mondo delle "casseforti" in cui celare denaro di provenienza illecita o da mettere al riparo dal fisco. La stessa procura ticinese aveva già aperto un fascicolo per riciclaggio anche su Baldassarri.
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