venerdì 31 ottobre 2014
​Tre anni e mezzo di reclusione per gli ex vertici. Disposta dai giudici l'interdizione per cinque anni dai pubblici uffici.
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Il Monte dei Paschi continua a precipitare. La banca toscana non è riuscita a riprendersi nemmeno in una giornata esaltante per la Borsa di Milano, che è arrivata a chiudere con un guadagno di oltre il 3% sull’entusiasmo per la nuova pioggia di denaro in arrivo dalla Banca del Giappone. Il titolo Mps ha perso un altro 10%, bruciando altri 400 milioni di capitalizzazione e portando a -40% il bilancio di questa terrificante settimana post-bocciatura da stress test. La Cassa di Risparmio di Genova, l’altra banca bocciata dall’Europa, ha perso solo lo 0,3% mentre il resto del sistema bancario italiano ha recuperato molto del terreno perduto (+6,7% Ubi, +4,2% UniCredit, +3,9% Intesa).Mps e Carige presenteranno nel giro di pochissime settimane i loro piani per compensare le mancanze di capitali rilevate dall’Europa: 2,1 miliardi per la banca toscana e 814 milioni per quella ligure. La Fondazione Carige, primo azionista dell’istituto genovese, ha ufficialmente aperto la strada a una fusione con una banca più forte: «La soluzione auspicata è che si proceda con l’aggregazione tra banche prima di un eventuale aumento di capitale» ha detto il presidente Paolo Momigliano. Per Mps la situazione è più complessa. La Banca d’Italia sta lavorando per aiutare gli istituti a uscire da questo momento critico. Il governatore Ignazio Visco ha garantito che seguirà da vicino» i progetti dei due istituti «le cui difficoltà sono in ampia misura l’eredità di episodi passati di "mala gestio"».Una "mala gestio" che per quanto riguarda Mps ha avuto i suoi primi verdetti giudiziari. Il Tribunale di Siena ha condannato a tre anni e mezzo di reclusione per ostacolo all’autorità di vigilanza l’ex presidente di Mps (e dell’Associazione bancaria italiana) Giuseppe Mussari, l’ex direttore generale Antonio Vigni e l’ex responsabile dell’area finanza Gianluca Baldassarri sono stati condannati dal Tribunale di Siena. I tre sono accusati di avere occultato il "mandate agreement" sottoscritto da Banca Mps con la giapponese Nomura sul famigerato derivato Alexandria. La sentenza di primo grado sancisce anche per gli imputati cinque anni di interdizione dai pubblici uffici, oltre al risarcimento, che sarà liquidato in separata sede, alla parte civile, Banca d’Italia. I difensori hanno annunciato il ricorso in appello.
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