mercoledì 15 settembre 2010
Il procuratore di Agrigento Renato Di Natale è salito sul motopesca mitragliato in acque internazionali da una motovedetta libica che aveva a bordo anche sei finanzieri italiani. La Guardia di finanza ha operato nel rispetto degli accordi di cooperazione tra Italia e Libia: queste le conclusioni della riunione d'inchiesta tenutasi ieri al ministero dell'Interno.
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Sopralluogo del procuratore di Agrigento Renato Di Natale, questa mattina, sul motopesca Ariete mitragliato in acque internazionali da una motovedetta libica che aveva a bordo anche sei finanzieri italiani. Insieme a Di Natale sono saliti a bordo del peschereccio, arrivato all'alba a Porto Empedocle(Agrigento) per gli esami balistici del Ris, anche il procuratore aggiunto Ignazio Fonzo e il pm Luca Sciarretta. La Guardia di finanza ha operato nel rispetto dei protocolli di cooperazione tra Italia e Libia. Queste le conclusioni della riunione d'inchiesta tenutasi ieri al ministero dell'Interno sul caso del peschereccio italiano contro cui hanno aperto il fuoco i militari di una motovedetta libica, a bordo della quale c'erano anche dei finanzieri.Nei prossimi giorni, la Procura agrigentina sentirà anche i finanzieri che si trovavano a bordo della motovedetta. A darne conferma è il procuratore Di Natale conversando con i giornalisti al molo di Porto Empedocle. I Ris dei Carabinieri di Messina hanno eseguito dei rilievi sul motopesca colpito da oltre 30 colpi di mitraglia. Dai primi accertamenti sembra che i libici abbiano sparato «ad altezza d'uomo». Intanto, il comandante del motopesca Ariete, Gaspare Marrone, questa mattina ha ribadito ai pm che lo hanno ascoltato che il peschereccio si trovava «in acque internazionali» e che l'equipaggio «non stava pescando». La Procura ha aperto un'inchiesta a carico di ignoti, per i reati di tentativo di omicidio plurimo aggravato edanneggiamento.
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