lunedì 15 giugno 2015
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Alle 16,22 un piccolo corteo si ferma davanti al n. 18 di via Urano a Casal di Principe. Un camion, un furgone blindato, due auto dei carabinieri e due dei vigili urbani. È un momento storico per la cittadina casertana per decenni simbolo del potere camorrista. Sono arrivati i nove quadri degli Uffizi, che dal 21giugno al 21 ottobre saranno gli ospiti d'onore della mostra "La luce vince l'ombra" realizzata nella villa confiscata al boss camorrista Egidio Coppola, detto "brutus", appositamente ristrutturata. Con le splendide opere del museo fiorentino, tutte di famosi pittori caravaggeschi scelti proprio per la valorizzazione della luce, anche otto quadri del museo napoletano di Capodimonte, uno proveniente dalla Reggia di Caserta, oltre alla notissima statua "Mater matuta" del museo archeologico di Capua. Prime ad arrivare le opere degli Uffizi, trasportate dalla ditta specializzata Arternativa, con la scorta dei carabinieri e degli uomini della società Battistolli che sorveglieranno la mostra notte e giorno (ma ci sono anche allarmi, videosorveglianza, vetri e porte blindate). "Ma facciamo sempre così per tutte le mostre", spiega Francesca De Luca, il funzionario degli Uffizi che ha accompagnato le opere, sorridente malgrado l'imprevisto di una foratura a una gomma del camioncino poco dopo Roma e la successiva pioggia. Ma qui a Casal di Principe splende il solo su quello che il sindaco Renato Natale, definisce "un grande momento di riscatto, la prima tappa per fare della nostra città un polo culturale. Per gli scettici sembrava un'impresa impossibile, per noi no. È il frutto dell'impegno di tante persone ma io ci tengo a ricordare i lavoratori casalesi e anche alcuni immigrati, tutti con regolare contratto". Davvero uno straordinario lavoro, visto che il cantiere è stato aperto solo il 6 maggio, come spiega l'architetto Raffaele Semonella che coi colleghi Costantino Diana e Giuseppe Diana ha progettato e seguito i lavori. E la villa era in pessime condizioni. "Gli operai non volevano andare via la sera, hanno sentito l'importanza dell'iniziativa". Oltre ai quadri, la stessa ristrutturazione ha una forte carica simbolica. Sono stati lasciati i ponteggi e le coperture in plastica arancione per dire che "il cantiere è ancora in corso" ma anche che "vogliamo coprire quello che non ci appartiene", le colonne, i timpani, il selciato in porfido, della pretenziosa e pacchiana architettura camorrista. cdp1.jpg"L'abbiamo voluta chiamare "restart", ricominciare ma anche resettare". Mentre i quadri vengono chiusi nel deposito sorvegliatissimo, vanno avanti i lavori di rifinitura. Venerdì mattina conferenza stampa col ministro Franceschini, domenica l'inaugurazione. Intanto il coordinatore del progetto, Alessandro de Lisi è più che soddisfatto. "Abbiamo dimostrato la forza dei casalesi. Non hanno bisogno di pacche sulla spalla ma di fiducia. E qui lo Stato ha dato loro fiducia, dai musei ai carabinieri. Ma grazie allo straordinario impegno sociale e politico di questo territorio. E senza spendere un euro pubblico, solo grandi sponsor che ci hanno creduto".
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