giovedì 6 febbraio 2014
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La camicia bianca, un grande classico del guardaroba femminile, si mette in mostra. Il Museo del Tessuto di Prato dedica un'esposizione a Gianfranco Ferré, ai suoi capi e ai disegni come esempio di lessico contemporaneo dell'eleganza. La mostra si intitola «La camicia bianca secondo me. Gianfranco Ferré» ed è allestita con capi dall’archivio della Fondazione intitolata al grande stilista. Disegni, dettagli tecnici, bozzetti, fotografie, immagini, video e istallazioni vengono esposti per ricostruirne tutti i processi creativi. Grazie alla ricerca tecnica sviluppata in collaborazione con l'Opificio delle Pietre Dure di Firenze e realizzata dal fotografo fiorentino Leonardo Salvini, la mostra si apre con un sistema sospeso di teli su cui scorrono macro immagini dei disegni autografi di Ferré. Il cuore della mostra è costituito dalle ventisette camicie bianche che testimoniano vent’anni di genialità creativa e progettuale: taffetas, organza, raso, tulle e ricami meccanici, si mescolano a un crescendo di bravura ed equilibrio. La mostra è arricchita da una collezione di disegni tecnici, bozzetti per le uscite in sfilata, scatti di grandi maestri della fotografia e immagini pubblicitarie. Spiega Rita Airaghi, direttore della Fondazione Gianfranco Ferré: «Abbiamo voluto raccontare attraverso questa selezione di 27 camicie bianche, l'approccio progettuale di Ferré nella sua creazione, il rapporto volume – materia – dimensione. Abbiamo voluto far capire come nulla fosse affidato al caso, al capriccio e come ciascun elemento di una creazione corrispondesse a una scelta precisa. E come, nello stesso tempo, non manchi mai il contenuto di grande poesia, fantasia, leggerezza, passione che emerge da ognuno di questi oggetti. Dalla prima camicia, dell’82, all’ultima, nel corso di 30 anni il dato costante è questo binomio di razionalità e di poesia».
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