venerdì 6 giugno 2014
Il primo cittadino veneto, agli arresti domiciliari, indagato sui fondi neri realizzati dal consorzio Venezia Nuova, si è dichiarato estraneo ai fatti.
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Il sindaco di Venezia, Giorgio Orsoni, dopo 45 minuti davanti al gip Alberto Scaramuzza, ha lasciato l'aula bunker di Mestre del Tribunale di Venezia. Orsoni, accompagnato dai suoi legali, doveva sostenere l'interrogatorio di garanzia dopo che è finito agli arresti domiciliari per una tangente da 560mila euro datagli a favore della sua campagna elettorale del 2010 dal consorzio Venezia Nuova.

Orsoni, che è agli arresti domiciliari, è indagato nella maxi inchiesta della Procura di Venezia su fondi neri realizzati dal consorzio Venezia Nuova, all'epoca dei fatti presieduto da Giovanni Mazzacurati, destinati a finanziare in modo illecito politici e figure di spicco in ambito amministrativo allo scopo di favorire la realizzazione delle opere di salvaguardia di Venezia.

 Orsoni, davanti al Gip Alberto Scaramuzza, ha rilasciato delle dichiarazioni spontanee in merito alla vicenda che lo vede indagato e agli arresti domiciliari per delle tangenti ricevute per la sua campagna elettorale del 2010. Soldi dati dal consorzio Venezia Nuova nell'ambito di favori per la salvaguardia di Venezia. "Sono state una serie di dichiarazioni molto lucide - ha detto l'avvocato di fiducia, Daniele Grasso - con le quali si è dichiarato estraneo ai fatti".

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