giovedì 13 settembre 2018
L'avvertimento arriva dal commissario agli Affari europei nel corso di una conferenza stampa a Parigi. La replica di Salvini: si sciacqui la bocca
Moscovici: l'Italia è un problema per l'eurozona
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«L'Italia è un problema per l'eurozona». Il commissario agli Affari europei, Pierre Moscovici, mette fine alla breve tregua tra Bruxelles e Roma sancita delle rassicurazioni del ministro dell'Economia, Giovanni Tria, a Cernobbio e rimette il nostro Paese nello scomodo ruolo di osservato speciale. L'Italia deve presentare «un bilancio credibile, in termini di numeri, ma anche di sforzi strutturali», ha avvertito Moscovici nel corso di una conferenza stampa a Parigi, ed è nel suo interesse ridurre l'indebitamento perché «non si può vivere con un debito pubblico sopra il 130%».

Il commissario francese ha messo in guardia il governo italiano dalla tentazione di superare la soglia del 3% di deficit, perché «sarebbe una bugia pensare che si possa investire di più con un deficit più elevato». Al contrario, «se ciò accade, si finisce con più debito e meno capacità di investire». E la prova di questo sarebbe la debole crescita italiana, in fondo alla classifica dell'eurozona, e la produzione industriale in crisi, che rappresenta «un enorme problema». Poi un messaggio al governo giallo-verde e in particolare al vicepremier Matteo Salvini: l'Europa non ha mai impedito di realizzare infrastrutture e investimenti, anzi, l'Italia ha già avuto ampio aiuto in termini di flessibilità.

A Parigi, Moscovici non ha affrontato solo il caso italiano. Un avvertimento analogo è arrivato anche al governo del suo Paese: «È importante che la Francia rimanga al di sotto del 3% e che continui a ridurre il deficit strutturale». Ma resta Roma il grande malato su cui si concentra l'attenzione «più che su chiunque altro», ha avvertito Moscovici, che ha ribadito la sua stima per il ministro dell'Economia italiano Tria, con cui ha detto di essere al lavoro «in un clima costruttivo». La nuova offensiva da parte del commissario Ue rischia però di mettere ancor più alle strette il titolare di via XX settembre, già alle prese con il pressing di Lega e Movimento 5 Stelle. I due alleati di governo rivendicano risorse per le loro due grandi promesse elettorali, flat tax da una parte e reddito di cittadinanza dall'altra.

Oggi «c'è un clima che assomiglia molto agli anni '30. Certo, non dobbiamo esagerare, chiaramente non c'è Hitler, forse dei piccoli Mussolini...», ha continuato Moscovici, tornando a dirsi preoccupato per la progressione dei populisti in Europa a meno di un anno dalle elezioni europee del 2019. «La storia, come diceva Raymond Aron, è tragica, bisogna evitare che sprofondi nelle sue ore più buie», ha concluso il responsabile Ue, sottolineando tuttavia che, almeno nelle prossime europee, i populisti non conquisteranno la schiacciante maggioranza dell'Assemblea Ue, ma otterranno comunque una «forte progressione».


Pronta la replica dl ministro Salvini: «Il commissario Ue Moscovici, anziché censurare la sua Francia che respinge gli immigrati a Ventimiglia, ha bombardato la Libia e ha sforato i parametri europei, attacca l'Italia e parla a vanvera di tanti piccoli Mussolini in giro per l'Europa. Si sciacqui la bocca prima di insultare l'Italia, gli italiani e il loro legittimo governo».

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