venerdì 28 agosto 2015
​I primi risultati dell'autopsia sul corpo dell'ex nunzio polacco, sotto processo per atti di pedofilia: è deceduto per "un evento cardiaco". Lunedì i funerali. 
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È "confermata la causa naturale del decesso, riferibile a evento cardiaco" dell'ex nunzio JosefWesolowski. Lo conferma l'esame autoptico sulla salma, ordinato dal Promotore di Giustizia. In un Bollettino della Sala Stampa della Santa Sede si spiega che "dagli accertamenti effettuati ieri pomeriggio e dalle "prime conclusioni", "risulta confermata la causa naturale del decesso, riferibile a evento cardiaco". Nei prossimi giorni l'Uffici del Promotore di Giustizia "acquisirà le ulteriori risultanze degli usuali esami di laboratorio effettuati da detta Commissione". I funerali dell'ex nunzio saranno celebrati lunedì pomeriggio alle 17, nella cappella del Governatorato vaticano. A officiare le esequie - ha riferito il vice direttore della sala stampa della Santa Sede, padre CiroBenedettini - sarà l'elemosiniere apostolico, monsignor KonradKrajewski, anch'egli polacco come l'ex presule defunto. La camera ardente è stata già aperta, sempre nella cappella del Governatorato. La salma sarà poi trasportata in Polonia probabilmente nella giornata di martedì.La morte di Wesolosky (di Gianni Cardinale)Józef Wesolowski, ex nunzio apostolico accusato di abusi sessuali su minori, è stato trovato morto nella sua abitazione in Vaticano nelle prime ore di venerdì. Subito – ha informato un comunicato della Sala Stampa della Santa Sede – è «intervenuta l’autorità vaticana per i primi accertamenti, i quali indicano che la morte è dovuta a cause naturali». «Il promotore di giustizia – ha aggiunto la nota – ha ordinato un’autopsia». Papa Francesco «è stato doverosamente informato di tutto».Wesolowski, 67 anni, consacrato arcivescovo nel 2000, nunzio a Santo Domingo dal 2008 all’agosto 2013, in seguito ad una indagine condotta dalla Congregazione per la dottrina della fede per essere stato accusato di abusi sessuali nei confronti di minori, lo scorso anno era stato dimesso dallo stato clericale (sentenza di primo grado a cui l’ex nunzio polacco ha opposto riscorso). Ora nel processo (non canonico) che stava affrontando in quanto cittadino dello Stato della Città del Vaticano (Scv) doveva rispondere di cinque capi d’imputazione. E cioè: detenzione di materiale pedopornografico e abusi sessuali su minori commessi in Repubblica Domenicana («in concorso con Francisco Javier Occi Reyes e altri allo stato ignoti»), ricettazione (per aver acquistato o ricevuto il materiale pedopornografico, quindi proveniente da un delitto), lesioni gravi (per il perturbamento mentale provocato a adolescenti) e condotta che offende la religione e la morale cristiana (per l’accesso ai siti pornografici). La prima udienza di questo processo dello Scv si era tenuta lo scorso 11 luglio ma era durata solo pochi minuti. In apertura di dibattimento il promotore di giustizia Gian Piero Milano aveva infatti comunicato che l’imputato non era presente in aula «in quanto ricoverato in ospedale». Il Tribunale, presieduto da Giuseppe Dalla Torre, aveva quindi «preso atto dell’impedimento a comparire dell’imputato, a seguito dell’insorgere di un improvviso malore, che ha reso necessario il suo trasferimento presso una struttura ospedaliera pubblica, ove risulta attualmente ricoverato nel reparto di terapia intensiva». Di conseguenza il Tribunale aveva «dovuto sospendere il dibattimento e rinviare a data da destinarsi, dovendosi attendere la cessazione della causa che ha dato luogo al rinvio». Wesolowski era stato dimesso dall’ospedale in cui era ricoverato il successivo 18 luglio. E non era stata ancora fissata la data di una nuova udienza, che però, a questo punto, non ci sarà mai.La notizia della morte dell’ex nunzio Wesolowski, ha colto di sorpresa anche il suo avvocato difensore, Antonello Blasi, docente alla Pontificia Università Lateranense. «Sono stato informato oggi – ha spiegato all’Ansa – e nei prossimi giorni quando rientrerò a Roma prenderò immediata visione di tutto, risultati dell’autopsia compresa». Blasi ha inoltre fatto sapere di aver incontrato il suo assistito l’ultima volta nei giorni scorsi di agosto e di averlo trovato «sereno e disponibile come sempre a collaborare».
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