lunedì 23 marzo 2020
Impegnato da sempre con carcerati, giovani fragili e donne vittime di tratta
don Fausto Resmini

don Fausto Resmini - .

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Carcerati, giovani fragili, donne vittime della tratta. Per loro don Fausto Resmini c’era sempre: col calore della parola, con la concretezza dell’aiuto. Il “prete degli ultimi” di Bergamo s’è nella notte tra domenica e lunedì, a 67 anni, all’ospedale di Como dove era ricoverato in terapia intensiva, aggredito dal coronavirus.

Originario di Lurano nella Bassa bergamasca, si era formato al Patronato San Vincenzo di Bergamo, storica testimonianza dell’impegno diocesano per il sociale, accanto a don Bepo Vavassori. Passo dopo passo è diventato l’anima di mille iniziative, sempre in sostegno delle tante persone lasciate indietro dalla società. Dal 1992 era cappellano del carcere di Bergamo; a Sorisole, hinterland del capoluogo orobico, ha fondato la Comunità don Milani, dedicata al recupero di minori “difficili”. Col servizio Esodo – un camper con pasti caldi – del Patronato San Vincenzo ha solcato per anni le notti di Bergamo per prestare sostegno a chi si trovava nelle condizioni più disperate.

«Don Fausto è tornato alla casa del Padre – queste le parole con cui la Comunità don Milano ha annunciato il lutto -. Ha combattuto fino alla fine contro questo virus così tremendo. Se ne è andato nel silenzio e nella solitudine della notte, proprio come molti uomini vissuti in strada di cui lui si è preso cura nel suo ministero. Ora preghiamo Dio perché lo accolga nel suo Regno. Sarà accolto dai santi, da don Bepo e dagli ultimi della terra che lui ha amato e servito, li potrà trovare pace e gioia eterna».

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