venerdì 6 novembre 2020
Doppio dramma alla periferia della città: il piccolo aveva il cordone ombelicale attaccato e il cranio fracassato. Arrestata la madre: ha 17 anni. Ieri un piccolo è stato salvato a Ragusa
Il luogo della tragedia a Trapani

Il luogo della tragedia a Trapani - Ansa

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Ci sono almeno due vittime, nella tragica storia che arriva da Trapani: un neonato appena partorito gettato dalla finestra e la sua mamma, una ragazza di 17 anni, troppo sola e troppo disperata per capire la strada senza ritorno che ha imboccato con il suo gesto. Dopo un interrogatorio fiume, in tarda serata la ragazza ha ammesso tra le lacrime di avere lanciato il figlio ed è scattato l'arresto. Nei prossimi giorni sarà interrogata dal gip del Tribunale dei minori.

I fatti. Un residente scorge un corpicino nell'atrio del cortile del suo condominio di via Francesco De Stefano, alla periferia est di Trapani, sopra al Raccordo autostradale. Avverte la polizia, che accorre e fa la drammatica scoperta: è un piccino appena nato, con il cordone ombelicale ancora attaccato e la testolina fracassata. La prima ipotesi è che il neonato sia stato gettato giù dalla finestra di uno degli appartamenti che si affacciano sul cortile.

Non è difficile risalire alla madre: è una 17enne che aveva nascosto la gravidanza ai genitori e che probabilmente, nel tentativo disperato di cancellare ogni traccia, si è liberata del bambino appena partorito. La giovanissima è stata portata in ospedale. I genitori, incredibilmente, hanno detto di non essersi accorti di nulla, complice anche la corporatura robusta della figlia.

Per chiarire ogni dettaglio di questa vicenda indagano due procure: quella ordinaria di Trapani e e la Procura dei minori di Palermo. Secondo l'Adnkronos la 17enne avrebbe detto che temeva di dire alla famiglia che aspettava un bambino e che per questo avrebbe tenuto nascosto il suo stato.

Ieri a Ragusa era stato ritrovato un altro neonato, dentro un sacchetto della spazzatura, fortunatamente lasciato in una strada di passaggio. Ritrovato da un passante, il piccolo, a cui i medici hanno dato il nome di Vittorio Felice, è in ospedale e sta bene. Una sorte molto diversa da quella che è toccata al neonato di Trapani.

Due episodi in due giorni, che hanno interpellato don Ferdinando Di Noto, presidente di Meter. "Non c'è solo tristezza, ma un senso di smarrimento e di ‘sconfitta’ che impone sempre di più come, nel territorio delle nostre periferie esistenziali, tanti molti giovani vivono, possono essere aiutati e accompagnati per amare la vita anche se la percezione della stessa è un errore, uno sbaglio, un rifiuto. Queste storie ci interpellano come comunità ecclesiale e come società".

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