mercoledì 23 ottobre 2013
Era stato ferito in un agguato nel marzo del 2012. Colpito da alcuni proiettili di pistola sotto la sua abitazione, da allora era entrato in coma e non si era più ripreso. Monsignor Nosiglia: ora raccogliamo la sua testimonianza.
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È morto Alberto Musy, il consigliere comunale di Torino ferito in un agguato nel marzo del 2012. Colpito da alcuni proiettili di pistola sotto la sua abitazione, da allora era entrato in coma e non si era più ripreso.Alberto Musy era stato ferito con dei colpi di pistola sotto la sua abitazione di via Barbaroux da un uomo con il volto coperto da un casco che indossava un impermeabile lungo e che si era poi allontanato a piedi. Le telecamere di videosorveglianza nel centro storico di Torino lo ripresero, ma ci volle molto tempo prima che la polizia individuasse un presunto responsabile, arrestato un anno dopo: si tratta di Francesco Furchì, che era stato candidato alle ultime elezioni comunali di Torino nelle quali sosteneva Musy e che avrebbe agito per rancori personali verso Musy. Furchì è tuttora in carcere e proprio oggi avrebbe dovuto essere sentito al processo in cui è imputato."Da un paio di giorni aveva la febbre, poi è arrivata un'insufficienza respiratoria grave che lo ha portato in arresto cardiaco e alla morte". A spiegare davanti al tribunale di Torino gli ultimi attimi di Alberto Musy, in coma da 19 mesi dopo un agguato sotto casa, è il dottor Antonio Detanti, direttore clinico del centro in provincia di Parma dove il consigliere comunale dell'Udc era stato ricoverato dal giugno 2012 all' inizio di febbraio 2013, quando era stato trasferito in un centro nel torinese. Circostanze che il medico ha spiegato di aver appreso parlando con la direttrice del centro in cui Musy era ricoverato. Il consigliere comunale "si trovava in uno stato vegetativo severo - ha spiegato Detanti - e la prognosi non dava margini di evolutività nel tempo. Putroppo le infezioni, soprattutto delle vie aree, sono una delle complicazioni più frequenti in questo tipo di pazienti", ha concluso.​L'arcivescovo di Torino monsignor Cesare Nosiglia e l'intera comunità diocesana hanno diffuso una nota in cui "esprimono la più viva partecipazione al dolore della famiglia Musy per la scomparsa di Alberto. Uniti nella preghiera di suffragio chiediamo al Signore di illuminare e accompagnare i suoi cari con la luce della fede nella risurrezione, confermandoli in quella speranza nel Cristo risorto in cui Alberto ha sempre creduto. La beatitudine del Vangelo "Beati coloro che hanno fame e sete di giustizia" ci assicura che Alberto, dopo tante sofferenze, è ora nella quiete di Dio, e partecipa della sua gioia. A noi resta il dovere di ricordarlo e raccogliere la sua testimonianza, per operare insieme affinché il male sia vinto con il bene, la violenza con la riconciliazione, la morte con la vita".  
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