martedì 8 settembre 2020
I due fratelli accusati di omicidio sono stati interrogati in carcere: non lo abbiamo toccato. L'amico della vittima: è morto per difendere me. Loro erano come furie
Un ritratto di Willy, morto di botte a Colleferro

Un ritratto di Willy, morto di botte a Colleferro - Ansa

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Scaricabarile. Non c’entriamo, anzi volevamo metter pace, eccovi i nomi degli assassini: la strategia difensiva dei due fratelli sorprende, ma è subito chiara. Marco e Gabriele Bianchi sono «dispiaciuti e distrutti» perché accusati «di un omicidio che non abbiamo commesso», quel ragazzo «non l’abbiamo toccato», hanno detto oggi al Gip di Velletri, durante l’interrogatorio di convalida dell’arresto per il massacro di Willy. Ai cui genitori ha telefonato il premier: «Sono rimasto fortemente colpito, direi scioccato da una violenza sorda e immotivata – spiega Giuseppe Conte –. Ho preferito parlare prima con i genitori del ragazzo, in punta di piedi, tenevo in un momento di estremo dolore a non essere invasivo».

Conte ha sentito «in particolare un papà affranto, sopraffatto da tutta questa angoscia». E conclude: «Affido ai giudici il compito di accertare e stabilire condanne certe e severe». Ma «nel frattempo noi come reagiremo? Quali misure adotteremo? Diremo ai nostri figli di volgere la testa dall’altra parte?».

Intanto tutti e tre gli assistiti dell’avvocato Massimiliano Pica – stando alle parole di quest’ultimo – non c’entrano con il massacro di Willy. Non solo, ma i due fratelli e Mario Pincarelli, un altro dei quattro arrestati, volevano appunto distribuire pace: «Oggi depositeremo nuove prove e testimonianze che contraddicono quelle della Procura – secondo il legale –. E anche Pincarelli ha affermato di non avere preso parte alla rissa». Nient’altro? «I miei assistiti sono scesi dalla loro auto per fare da pacieri dopo aver visto alcuni loro amici coinvolti nella rissa. Hanno indicato i nomi».

A sentire l’avvocato Pica, le telecamere della zona non hanno ripreso la rissa, però la Procura ha disposto l’analisi proprio delle immagini, oltre che degli indumenti e dei tabulati telefonici dei quattro. A proposito, Francesco Belleggia, il quarto arrestato? Il legale, Vito Perugini, dice che «ha risposto a tutte le domande. Dichiara di non aver colpito Willy. È distrutto e disperato per la tragedia successa». Rapporti con gli altri tre? «Si conoscevano, non c’è amicizia».

Tutt’altra versione da Lorenzo: «È morto per difendere me, non potrò mai dimenticarlo», spiega. «Sembravano furie scatenate. Willy era buono, quando ha capito che ero il bersaglio, voleva placare gli animi, ma quelli erano come impazziti». Nessun motivo razziale o politico (la Polizia postale ha però aperto un’inchiesta per quanto scatenatosi sui social "a favore" dei quattro, mentre sui loro familiari piovono minacce), l’obiettivo era Lorenzo, poi sono stati «20 minuti di terrore, Willy gridava di smetterla perché non riusciva più a respirare».

Parla dei suoi fratelli anche Alessandro Bianchi: «Mai avrebbero ucciso un bambino». Eppure hanno precedenti per spaccio e lesioni, c’è chi sostiene facessero anche "recupero crediti" per i pusher, li conoscevano tutti... «Sono diventati delinquenti anche per chi fino a poco fa li implorava di difenderli. Non posso dire che i miei fratelli siano angeli, ma non avrebbero mai picchiato ragazzi a terra».

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