venerdì 16 giugno 2017
Era stata colta da infarto nella calca di piazza San Carlo: è deceduta ieri. I genitori hanno espresso la volontà di donare gli organi
Erika Pioletti, 38 anni, morta in seguito a un infanto nella calca di piazza San Carlo a Torino (Ansa)

Erika Pioletti, 38 anni, morta in seguito a un infanto nella calca di piazza San Carlo a Torino (Ansa)

COMMENTA E CONDIVIDI

«La morte di Erika aggrava ancora più profondamente lo scoramento del nostro animo, ma anche il giudizio già severo formulato dopo quanto è accaduto a Piazza San Carlo. La ferita al cuore stesso della città resterà come un marchio che pesa sulla nostra coscienza di cittadini e su quanti sono stati la causa diretta o indiretta degli assurdi incidenti». Lo scrive in una nota l'arcivescovo di Torino, Cesare Nosiglia, con riferimento alla morte di Erika Pioletti, deceduta 12 giorni dopo essere stata colta da infarto nella calca di piazza San Carlo la sera della partita Cardiff-Juventus.

Le parole di Nosiglia

Si legge nella nota: «È con grande dolore che ho appreso la morte di Erika dopo lunghi giorni di agonia in seguito alle conseguenze tragiche della sera di sabato 3 giugno. Prego perché il Signore l'accolga nel suo regno di pace e di amore e prego per i suo cari affinché siano sostenuti dalla materna tenerezza della Madonna Consolata di cui stiamo celebrando la Novena». «La morte di Erika - aggiunge Nosiglia - aggrava ancora più profondamente lo scoramento del nostro animo, ma anche il giudizio già severo formulato dopo quanto è accaduto a Piazza San Carlo. La ferita al cuore stesso della città resterà come un marchio che pesa sulla nostra coscienza di cittadini e su quanti sono stati la causa diretta o indiretta degli assurdi incidenti capitati in quello che doveva essere un sereno e gioioso incontro di tifosi e ha avuto invece delle conseguenze di grave sofferenza per centinaia di feriti e ora anche della morte di Erika».«Oggi comunque - conclude Nosiglia - non è tempo di sterili polemiche o accuse o promesse che la cosa non accadrà più. L'inchiesta avviata farà il suo corso e trarrà le conseguenze in ordine alle gravi responsabilità di ciascuno; ora è il momento della solidarietà di tutta la città che è chiamata a stringersi attorno alla famiglia di Erika per un abbraccio fraterno a Lei e ai suoi cari, insieme alla preghiera e al ricordo incancellabile che porteremo nel nostro cuore per sempre».

La morte di Erika e le indagini

È morta alle 21.56 di giovedì Erika Pioletti, la 38enne ricoverata all'ospedale San Giovanni Bosco di Torino dallo scorso 3 giugno, quando è stata colta da un infarto da schiacciamento nella calca di piazza San Carlo. I genitori hanno espresso la volontà di donare gli organi. Lo rende noto l'Ospedale San Giovanni Bosco.

Le sue condizioni erano andate aggravandosi. La sindaca di Torino, Chiara Appendino, era stata a trovarla giovedì mattina.

Intanto la Procura continua il lavoro sulle possibili cause del panico nella folla di oltre 30.000 persone che aveva appena assistito alla proiezione su maxischermo della partita Juventus-Real Madrid.

«Gli esami effettuati – avevano comunicato i sanitari presagendo l’imminente decesso – hanno accertato un gravissimo danno cerebrale a prognosi pessima. Pertanto purtroppo ci si aspetta il decesso della paziente in un brevissimo periodo temporale, al momento non quantificabile». Poche ore dopo, alle 21.56, Erika ha smesso di vivere. La famiglia aveva espressamente chiesto di evitare qualunque accanimento terapeutico.

Erika, impiegata in uno studio di commercialisti e originaria di Beura Cardezza, a pochi chilometri da Domodossola, era in piazza per accontentare il compagno, tifoso della Juventus; anche l’uomo è annoverato tra gli oltre 1.500 contusi nella notte di panico.
È invece uscita dalla rianimazione (ma rimane tuttavia in prognosi riservata) una 26enne ferita, mentre rimane stabile alle Molinette un’altra donna di 63 anni ed è ormai tornato a casa Kelvin, il bambino di 7 anni che ha rischiato di essere schiacciato dalle persone in fuga ed è stato salvato da Isak Nokho, un giovane senegalese che si trovava nella piazza.

Dopo le scuse del prefetto Renato Saccone e della stessa sindaca Appendino, la Procura vuole identificare la causa del panico scatenatosi nella piazza.

Mercoledì era circolata l’idea che fosse stato il riavvio dei potenti motori del sistema di aerazione del parcheggio sottostante la piazza, andati in blocco qualche ora prima e ripartiti proprio alle 22.15 – l’ora della prima ondata di panico – facendo tremare una parte della spianata sovrastante. Ad accrescere la sensazione di un attentato avrebbero poi contribuito alcuni petardi. Netta però la precisazione del Procuratore capo di Torino, Armando Spataro, che in una nota nel pomeriggio ha spiegato: «Le indagini delegate alla Digos non hanno ancora consentito di individuare l’evento che ha determinato il panico». Spataro ha spiegato che, «considerata la delicatezza della vicenda», è importante «scongiurare la propalazione di notizie inesatte, prive di riscontro o, addirittura, fantasiose».

La Procura sta dunque svolgendo indagini a tutto campo, esaminando i documenti del Comune, della Questura, della Prefettura, della Polizia municipale, del servizio 118 e del consorzio Turismo Torino organizzatore dell’evento in piazza. Al vaglio dei Pm anche l’operato della Commissione provinciale di vigilanza. Sempre nell’ambito delle indagini, comunque, alcuni presenti in piazza avrebbero riferito di avere «accusato delle difficoltà respiratorie» paragonando i sintomi a quelli provocati dalla diffusione nell’aria di «sostanze urticanti»; per questo sono stati avviati accertamenti sull’impianto di areazione del parcheggio sotterraneo.
Annullata, infine, la prima seduta della Commissione consiliare d’indagine per far luce sugli incidenti di piazza San Carlo. La decisione è stata presa in segno di vicinanza con la famiglia di Erika Pioletti. Slitta quindi anche l’audizione della sindaca prevista sempre per giovedì.

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: