mercoledì 16 settembre 2020
Succede a Marta Cartabia e resterà in carica solo tre mesi: sua la sentenza sul caso di Eluana Englaro. La Corte si è divisa: 9 voti a lui, 5 a Coraggio.
Mario Morelli

Mario Morelli - Fotogramma

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Nessuno strappo alla tradizione. Chiamati a eleggere il loro presidente i giudici costituzionali hanno scelto il collega che da più tempo siede alla Consulta: si tratta di Mario Morelli, 79 anni, che sino ad oggi ricopriva il ruolo di vice presidente. Il successore di Marta Cartabia però potrà resterà in carica solo tre mesi. A dicembre scadrà infatti il suo mandato di anni di giudice costituzionale: dura 9 anni e lui è stato eletto alla Consulta nel 2011 dai magistrati della Cassazione. Sua la sentenza sul drammatico caso di Eluana Englaro.

Nato a Roma il 15 maggio 1941, sposato, due figlie, presidente di sezione della Corte di cassazione, Mario Morelli è stato eletto giudice costituzionale il 18 novembre 2011 dalla Suprema Corte e ha prestato giuramento davanti al presidente della Repubblica il 12 dicembre dello stesso anno. L'8 marzo 2018 è stato nominato vice presidente della Corte costituzionale e riconfermato l'11 dicembre 2019.

La sua carriera di giudice si svolge quasi interamente al Palazzaccio, sede della Corte di Cassazione, dove approda nel 1985, alla prima sezione civile, di cui diventerà presidente nel 2008. Già nel 1999 viene destinato alle Sezioni unite civili e nel 2001 entra a far parte dell'Ufficio centrale elettorale nazionale presso la Cassazione. Dal 2008 è componente del Consiglio direttivo della suprema Corte e nel 2009 è nominato Direttore dell'Ufficio del Ruolo e del Massimario. Sua la controversa sentenza sul caso di Eluana Englaro, attraverso la quale la Cassazione diede il via libera al distacco del sondino che teneva in vita la giovane in stato vegetativo a seguito di un incidente stradale.

Morelli svolge la sua attività anche in un altro palazzo delle istituzioni, quello della Consulta, dove entra nel 1973 come assistente di studio, prima del giudice Giulio Gionfrida, poi di Livio Paladin e infine di Renato Granata: quasi un trentennio (fino al 2000). In quegli anni, partecipa all'istruttoria dell'unico processo penale costituzionale per reati ministeriali (processo 'Lockheed').






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