giovedì 21 novembre 2019
I veneziani hanno ringraziato la Vergine dello scampato pericolo con una Messa officiata all’arcivescovo nella Basilica di Santa Maria della Salute
Il patriarca Moraglia con il sindaco Brugnaro a Venezia nella prime ore dell'acqua alta del 13 novembre (Ansa)

Il patriarca Moraglia con il sindaco Brugnaro a Venezia nella prime ore dell'acqua alta del 13 novembre (Ansa)

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Nel 1630 i veneziani si rivolsero alla Madonna della salute per essere liberati della peste che provocò allora 47mila morti. A quattro secoli di distanza ieri sono ritornati in Basilica, quella appunto dedicata alla Vergine, per ringraziarla dell’ultimo, scampato pericolo e per chiederne nuovamente la protezione. Nell’omelia della Messa solenne, davanti alle principali autorità e a una marea di fedeli, il patriarca, monsignor Francesco Moraglia, ha ricordato «l’acqua granda» e le tragedie sfiorate in estate, a causa del passaggio delle navi da crociera attraverso il bacino di San Marco e il Canale della Giudecca. «Non si può dire: non lo sapevamo. E, come abitanti di Venezia, non possiamo più appellarci o rassegnarci alle “fatalità” o alle “concomitanze anomale”. La città che tutti amiamo non va più considerata come qualcosa da cui ricavare solo profitto; certo, la città deve offrire lavoro e reddito, in particolare ai suoi abitanti, ma non può essere considerata merce da vendere» ha ammonito Moraglia.

«Sogniamo, quindi, una città a misura d’uomo, abitata da bambini, anziani, famiglie e che si offre al mondo e ai visitatori secondo una proposta turistica sostenibile – ha insistito il patriarca –. Porre in alternativa “lavoro” e “vivibilità” non è accettabile; non vogliamo e non dobbiamo seguire l’esempio di altre città che ora si trovano a fare i conti con un passato che grava pesantemente sul loro presente e sul loro futuro». Moraglia confida di aver avvertito, dopo le alte maree dei giorni scorsi e il miliardo di danni provocati (il conteggio è del sindaco Luigi Brugnaro), qualche segnale dalla politica – soprattutto un’unità di azione tanto delle forze d’opposizione quanto di maggioranza – che fa ben sperare. «Ringrazio, in particolare – ha aggiunto –, il presidente della Repubblica Sergio Mattarella che, anche nelle ultime ore, ha sollecitato “a non lasciar soli i veneziani” insieme alla necessità e all’urgenza – sono parole sue – di mettere in sicurezza una realtà tra le più belle e ammirate del mondo intero. Blocchi e ritardi non sono ulteriormente accettabili».

Dopo essersi soffermato sulla popolare devozione alla Madonna della salute, il patriarca ha esortato a testimoniare la fede con coraggio, citando come modello Franz Jägerstätter, un contadino austriaco che, negli anni del nazionalsocialismo, a 36 anni, seppur sposato e con tre bambine, «andò da solo alla morte per non andar contro la sua coscienza». «E la libertà di coscienza – ha commentato Moraglia – è il bene di cui il cristiano non potrà mai fare a meno nella vita».

Venezia, mentre si prepara all’ennesimo referendum del 1° dicembre sulla separazione da Mestre, fa i conti dei danni e rivendica impegni precisi. Proprio a margine della celebrazione alla Salute, il sindaco Brugnaro ha fatto sapere che martedì prossimo, a mezzogiorno, sarà al Quirinale dal Capo dello Stato, per ringraziarlo del sostegno e nella stessa giornata parteciperà al Comitatone, anche nella sua veste di commissario straordinario: un organismo che non si riunisce dal novembre di due anni fa e dal quale Venezia si aspetta lo stanziamento di fondi per completare il Mose e per procedere con i cantieri della legge speciale. L’altro ieri sono arrivati 65 milioni di euro, aggiuntivi rispetto ai 20 già assegnati per l’emergenza. Non solo, il governo si è impegnato a destinare nuove risorse per la città e le dighe mobili, un miliardo di euro in 10 anni per manutenzioni e restauri, nonché l’estensione dell’Art Bonus destinato al recupero del patrimonio culturale e delle chiese. La blindatura politica è data dall’approvazione all’unanimità, ieri in Senato, delle mozioni presentate dai gruppi di centro-destra e da quelli di maggioranza per iniziative a favore di Venezia. La solidarietà, intanto, si materializza da tutto il mondo. L’ambasciata italiana a Mosca, ad esempio, ha raccolto un milione di euro di promesse donazioni da parte di russi facoltosi per sostenere il restauro del patrimonio culturale di Venezia, colpito dall’acqua alta.

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