martedì 26 novembre 2013
Il patriarca di Venezia ha lanciato un forte appello alle istituzioni. Zaia: abbiamo messo 21 milioni. Le richieste allo Stato: garantire per il 2014 almeno 530 milioni di euro, senza ulteriori tagli.
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Le scuole paritarie fanno risparmiare allo Stato non meno di 6 miliardi di euro l’anno. «Come una quota consistente di una legge di stabilità o l’equivalente di una manovra integrativa». Il patriarca di Venezia, Francesco Moraglia, lo ricorda per aggiungere che, nonostante il minore costo, le paritarie - «accanto agli annosi problemi dei contributi congelati, ritardati e decurtati» - si sentono «tartassate e maltrattate, anche fiscalmente (e alle porte c’è pure un aumento dell’Iva nel settore)».Il presidente della Conferenza episcopale del Triveneto (15 diocesi), dove gli allievi delle scuole di area cattolica sono più di 110mila, non avrebbe potuto parlare in forma più esplicita al quarto raduno delle paritarie promosso dai vescovi a Verona, con un raduno alla “Gran Guardia”, nell’ambito del Festival della Dottrina sociale della Chiesa. L’incontro è stato aperto dal vescovo Giuseppe Zenti e concluso da una marcia per le vie della città, alla presenza, fra gli altri, del governatore veneto Luca Zaia e del sindaco Flavio Tosi.L’allarme che lancia Moraglia non può rimanere senza risposta. «La grave situazione di precarietà in cui opera il sistema scolastico paritario – avverte il patriarca – generata dalla diminuzione dei finanziamenti statali (nei prossimi tre anni sono previsti tagli nella misura del 50%) e dal ritardo cronico con cui vengono erogati, sta determinando la chiusura di molte scuole. Stiamo così perdendo e rischiamo di smantellare, un ingente patrimonio costruito in tanti anni, specialmente in queste terre del Nordest, e che verrebbe a mancare - paradossalmente - proprio in un momento in cui si sente di più l’esigenza di scuola, di educazione, di cultura».A titolo d’esempio, Moraglia ricorda la straordinaria capacità educativa dimostrata dalla formazione professionale nel fornire competenze specifiche e nel contrastare la dispersione scolastica ed ogni forma di marginalizzazione dei giovani e quanto sia strategico oggi, anche in chiave di inserimento lavorativo, assicurare a tale settore adeguate risorse. Il patriarca non alza la voce, non tuona, ma con fermezza aggiunge, guardando in faccia gli amministratori presenti: «Oggi non c’è più tempo da perdere e c’è bisogno di decisioni forti e urgenti. Siamo consapevoli di essere giunti ad un bivio: è importante che quanti rivestono una qualche autorità, politici e amministratori in primis, ed hanno a cuore il bene comune della scuola e della scuola paritaria cattolica dicano esplicitamente e senza mezze misure verso quale direzione vogliono andare e quali azioni intendano praticare perché non succeda l’irreparabile».Le buone intenzioni sono state tante, in questi anni, ma, ammonisce Moraglia, «non bastano più: ogni mese, ogni giorno, la situazione si aggrava ulteriormente e assistiamo impotenti alla progressiva chiusura di parecchie scuole. Il rischio del “collasso” di tutto il sistema educativo di istruzione e di formazione del nostro territorio - finora punto di riferimento e, per certi aspetti, anche trainante per l’intero sistema italiano - è reale». Ed ecco, infatti, l’appello delle associazioni delle scuole, dei genitori, dei gestori: si assicuri per il 2013 l’intero importo dei contributi senza alcun taglio e si garantisca per il 2014 un importo di contributi di almeno 530 milioni di euro, minimo vitale. Inoltre, i contributi assegnati al sistema della Formazione professionale siano esclusi dai limiti del patto di stabilità delle Regioni. Infatti le Regioni che realizzano i percorsi triennali di Formazione garantiscono responsabilmente un servizio pubblico essenziale e quelle assoggettate al vincolo di bilancio del patto di stabilità, hanno difficoltà ad erogare le spettanze agli enti attuatori con ritardi che arrivano anche ai 12 mesi con conseguenti pesanti ricadute sul pagamento degli stipendi agli operatori. Niente Imu e Tares per le scuole paritarie gestite da enti senza scopi di lucro affinché possano svolgere il loro servizio pubblico.«Come Regione – ha assicurato il governatore veneto Zaia – confermiamo in pieno la nostra parte e abbiamo stanziato 21 milioni anche in questo anno di grandi difficoltà. Se lo Stato pagasse in proprio le spese indicate nei “costi standard” – ha concluso il presidente – spenderebbe 535 milioni di euro. In Veneto la Costituzione in questo settore non è rispettata, perché oltre che spendere una follia, le scuole statali non sarebbero in grado di accogliere i 91.500 ragazzi assistiti oggi dalla paritarie».
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