mercoledì 9 maggio 2012
​La proposta di Monti: l'Italia si attiene al rigore di bilancio, ma la crescita va incoraggiata.
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«C’è la volontà dell’Italia di attenersi a un comportamento rigido» in termini di disciplina di bilancio per «trovare il modo per favorire uno sviluppo sostenibile e accettabile per la crescita». Lo ha assicurato il premier Mario Monti a Firenze sottolineando che l’Italia darà «un ottimo contributo» sul futuro dell’Unione europea.L’occasione era la conferenza The state of the Union organizzata dall’Università Europea, alla quale ha partecipato anche il presidente della Commissione Ue José Manuel Barroso. E il nostro capo del governo non si è limitato alle enunciazioni di principio. Ad esempio «diciamo che per i prossimi tre anni gli investimenti per la broad band o l’agenda digitale vengono incoraggiati» perché «non andranno contati ai fini del Fiscal Compact». Ipotesi nella quale si affretta a precisare Monti «non c’è proprio niente di elusivo della disciplina di bilancio».Il presidente del Consiglio ha tenuto un intervento e una conferenza stampa, nei quali ha parlato si partner europei. Ma ha anche toccato le questioni interne. L’appuntamento fiorentino, durante il quale ha pranzato con il primo cittadino Matteo Renzi, è caduto appena dopo alcune scadenze elettorali europee e italiane. Su entrambi i fronti Monti non ha voluto esprimere giudizi. Ma non ha mancato di notare che l’elezione di Hollande non squilibrerà l’Europa. «Il mio auspicio è che anche la Francia confermi la sua adesione, non ho nessun dubbio, alla disciplina del bilancio pubblico e auspico che anche la Francia, come altri Paesi, come l’Italia, faccia le sue riforma strutturali». Il nuovo inquilino dell’Eliseo «è benvenuto il maggior calore di Hollande sulla crescita, conciliabile con la disciplina bilancio anche per la signora Merkel». Anche lei alle prese con consultazioni importanti. Il governo italiano, la rassicura il Professore, «non ha nessuna intenzione di sovvertire i principi della disciplina di bilancio» e la cancelliera «sa che non deve temere che proposte italiane siano formulate contro questo principio».Monti ha poi legato questioni europee e questioni nazionali quando «sul patto di stabilità interno», ha spiegato, ha detto di capire che sia «suscettibile di miglioramenti» e si è detto sicuro «che tutti i sindaci di Italia capiscono che per il governo nazionale sarebbe più facile introdurre miglioramenti a loro graditi, se sul piano europeo, per il patto di stabilità esterno, riusciremo a far prevalere una logica più corretta. Quindi cerchiamo di andare avanti su entrambi i piani».Dopo le parole dell’altro giorno sui governi precedenti che avevano causato la crisi e le sue «conseguenze umane», Monti ha calibrato un altro giudizio, in stavolta in senso positivo, sul governo Berlusconi. «Ha fatto molto in termini di riforme strutturali. Ma ora l’Italia dovrà fare di più». Il premier, in particolare, si augura che dopo l’approvazione del Parlamento si possa realizzare rapidamente la riforma strutturale del lavoro. Non solo, il premier vede anche «una forte continuità tra i vari governi italiani da molto tempo, da Prodi a Berlusconi ad altri». E quando deve tornare sulla crisi che ruba il futuro ai giovani, sta bene attento ad attribuirne le cause a quelli di «decadi fa».Infine, il numero uno dell’esecutivo inquadra la crisi della politica in tutto il continente che deriva dalla «combinazione dei media che aumentano la percezione di breve periodo dell’opinione pubblica e portano i politici di molti paesi ad essere sempre meno leader e sempre più "follower", che rifuggono da decisioni impopolari», ha detto. Per poi precisare che non si riferiva all’Italia.
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