lunedì 6 agosto 2012
Critiche bipartisan, in Germania, all'intervista del premier Mario Monti pubblicata da Der Spiegel. Ai politici tedeschi e alla stampa tedesche non sono piaciute le considerazioni sull'autonomia dai parlamenti nazionali che i governi devono essere in grado limitare nelle trattative a Bruxelles.​
Liberiamoci dall'ombra di Luigino Bruni
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Critiche bipartisan, in Germania, all'intervista del premier Mario Monti pubblicata ieri da Der Spiegel. Ai politici tedeschi di tutto l'arco costituzionale non sono piaciute, in particolare, le considerazioni sull'autonomia dai parlamenti nazionali che i governi devono essere in grado di esercitare nelle trattative a Bruxelles.Molto duri gli attacchi dai falchi della coalizione di maggioranza, i liberali dell'Fdp e i bavaresi della Csu, mentre appare più conciliante la posizione della Cdu della cancelliera Angela Merkel. Addirittura di "attacco alla democrazia" parla il segretario generale della Csu, Alexander Dobrindt: "Il signor Monti ha evidentemente bisogno di una chiara presa di posizione. Noi tedeschi non siamo pronti a cancellare la nostra democrazia per finanziare i debiti italiani", ha detto. Per il capogruppo liberale Rainer Bruederle bisogna "fare attenzione" che nel necessario processo di riforme "l'Europa rimanga sufficientemente legittimata dal punto di vista democratico". Sul portafoglio dei tedeschi punta invece l'euroscettico liberale Frank Schaeffler, secondo cui "Monti vuole risolvere i suoi problemi facendoli pagare ai contribuenti tedeschi". Più morbido il parlamentare della Cdu Michael Grosse-Broemer, per cui se pure resta decisiva la capacità d'agire dei governi, "ciò non giustifica in nessun modo il tentativo di limitare il necessario controllo parlamentare". Sul fronte dell'opposizione, nette le parole della socialdemocratica Spd che, sempre a proposito dell'autonomia dei governi dai parlamenti nazionali invocata dal premier italiano, per bocca del vicecapogruppo al Bundestag, Joachim Poss, ha considerato come "l'accettazione dell'euro e del suo salvataggio viene rafforzato dai parlamenti nazionali e non indebolito". Evidentemente, ha proseguito Poss intervistato dal Rheinische Post, "gli anni di Berlusconi hanno indebolito l'immagine del ruolo del parlamento".
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