mercoledì 6 marzo 2013
​Mario Monti non dice ancora quale governo possa avere l'appoggio del suo gruppo centrista, ma pone un limite: meglio tornare alle urne che avere un esecutivo anti europeista e contrario a portare avanti le riforme strutturali di cui l'Italia ha bisogno.
COMMENTA E CONDIVIDI
Mario Monti non dice ancora quale governo possa avere l'appoggio del suo gruppo centrista, che ha preso il 10% alle elezioni, ma pone un limite che sembra una pregiudiziale verso Beppe Grillo: meglio tornare alle urne che avere un esecutivo anti europeista e contrario a portare avanti le riforme strutturali di cui l'Italia ha bisogno.A nove giorni dalle elezioni inconcludenti del 24 e 25 febbraio, il premier uscente mostra comunque un cauto ottimismo circa un accordo tra forze politiche per il nuovo governo. "La mia risposta è che dipende dall'alternativa", ha risposto Monti in una conferenza stampa nella sua sede di Scelta civica a chi chiedeva se l'Italia possa permettersi nuove elezioni con le tensioni sui mercati che persistono."Ogni elezione comporta un arresto dei processi decisionali. Se l'alternativa fossero un governo e una maggioranza orientati a interrompere il tragitto europeo dell'Italia e a interrompere quello delle riforme credo che sarebbero meglio nuove elezioni", ha detto il senatore a vita e leader di Scelta civica.L'uscita pubblica di Monti coincide con la riunione della direzione del Pd, dove il segretario Pier Luigi Bersani ha confermato le sue avance al Movimento 5 stelle di Grillo per avere il suo appoggio in un nuovo governo a guida centrosinistra, chiudendo il dialogo con la destra. "L'Italia non è ingovernabile", sostiene Monti, tanto più che non ci sono "acute crisi finanziarie" come alla fine del 2011, quando prese le redini di un governo tecnico. Ma il nuovo esecutivo dovrà "affrontare i problemi delle riforme strutturali e ribadire in modo costruttivo l'ancoraggio italiano alla Ue". "Sono problemi che il Movimento 5 stelle non appare neppure lontanamente in grado di affrontare", taglia corto il premier uscente.Quindi, meglio per l'Italia un governo di larghe intese Pd-Pdl-Monti? "In un paese che ha la fortuna di avere un Capo dello Stato che ha mostrato saggezza i leader politici dovrebbero affidarsi il più possibile a lui", dribbla Monti, evocando l'idea di un "governo del presidente". "Spero venga trovata una soluzione, ma non ho risposte né tocca a me darne". Monti ieri ha avuto un colloquio di due ore con Matteo Renzi, il sindaco Pd di Firenze ed indicato come il successore di Bersani alla guida del Pd. "È un esponente significativo del mondo politico italiano", ha chiosato Monti, senza entrare nel dettaglio dei contenuti del loro colloquio. "Al momento ragioniamo con i partiti esistenti e i loro leader esistenti".
"NO SCUDO ANTI SPREAD"Ma un punto fermo Monti lo mette nell'agenda del prossimo governo, quello di non ricorrere allo scudo europeo anti spread e al programma di acquisti di titoli del debito pubblico da parte della Bce in cambio della sottomissione ad un memorandum. "Mi auguro che quel momento non venga e se venisse mi auguro di non essere io né capo né membro del governo che debba fare questo passo", ha detto Monti.Monti ha sottolineato di aver ricevuto sin dal primo giorno di entrata in carica del suo governo una "suadente, delicata e fortissima pressione" per chiedere aiuti al Fondo monetario internazionale e all'Unione europea."La decisione presa è stata che ci saremmo messi in grado di non averne bisogno. Trovo sia stato di grande importanza politica e psicologica essersela cavata senza aver dovuto cedere un pezzo aggiuntivo della propria sovranità. Come italiano mi auguro che né il prossimo, né altri governi abbiano bisogno di compiere un passo tanto nocivo per la fiducia in se stessi come quello che hanno fatto altri popoli a partire da quello greco", ha detto il capo del governo uscente.
© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: