mercoledì 22 agosto 2012
​L'esecutivo si appresta a rendere più rapide le procedure fiscali, in materia di lavoro e per realizzare opere pubbliche. La Giustizia si occupa del dossier “processi veloci”. E il Tesoro definisce il piano di dismissioni anti-debito. Ma Bonanni (Cils) sfida il premier: convochi pure i sindacati o si scava la fossa.
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​Ascolto si, concertazione no. Mario Monti affila le armi e prepara a ritmo sostenuto il dossier-crescita. Certo, il 5 settembre incontrerà le imprese. Ed è anche disposto a sentire i sindacati. Ma senza subire veti. Così anche il più collaborativo dei leader confederali, Raffaele Bonanni, lo avvisa a muso duro: «Senza cooperazione la vedo nera. Se il premier non ci incontra, si scava la fossa...». Il leader della Cisl da tempo reclama un tavolo con tutte le parti sociali sui nodi all’esame del governo: debito, revisione della spesa, fisco, sviluppo. Ieri ha alzato i toni, consapevole che nell’ultimo tratto di legislatura Monti ha intenzione di aumentare, e non diminuire, il "tasso di decisionismo" del suo esecutivo.Il premier, dal canto suo, l’incontro sarebbe pure disposto a organizzarlo. Ma prima, durante e dopo, il governo lavorerà senza farsi mettere i bastoni tra le ruote. Già venerdì mattina sul tavolo del Consiglio dei ministri sbarcheranno decine e decine di proposte individuate dai singoli dicasteri. Già pronte all’uso e a essere declinate in legge sono quelle individuate dal ministro dello Sviluppo economico, Corrado Passera, in partnership con il responsabile della Funzione pubblica, Filippo Patroni Griffi. Si tratta di 80 diverse semplificazioni: alcune di natura fiscale, altre inerenti il contenzioso in materia di lavoro, mentre in un discreto pacchetto saranno concentrate singole procedure autorizzative governate dagli enti locali. Si tratta di certificazioni ambientali e legate alle garanzie che le imprese devono offrire prima di partire con la realizzazione di un’opera pubblica. Gli 80 interventi saranno però scremati o spalmati nel tempo.La sorpresa, piuttosto, potrebbe essere un’esca da lanciare agli investitori esteri. Una sorta di sportello unico, di tutor che si occupi di accompagnare l’imprenditore internazionale in tutte le procedure necessarie per insediarsi in Italia. È una promessa che Monti aveva fatto nei suoi viaggi in Cina, Usa, Russia e anche, recentemente, in Finlandia. Una misura che si accompagnerà ad altre già note, come quelle per il sostegno alle start-up (le nuove iniziative imprenditoriali) e alla digitalizzazione del Paese. Dal Tesoro si attende sia una nuova stretta sull’evasione, sia il piano definito per le dismissioni del patrimonio pubblico e l’abbattimento drastico del debito. Mentre dalla Giustizia - altra possibile novità - potrebbero arrivare altre norme per ridurre il ricorso ai procedimenti civili e contro i processi-lumaca. Un capitolo che Monti ha chiesto di curare con particolare attenzione al ministro Paola Severino.Quanto alle risorse disponibili, regna sempre la massima prudenza, e soprattutto si tendono ad evitare anche semplici accenni a un’eventuale riduzione delle tasse. Pure le ipotesi allo studio sul cuneo fiscale, che richiederebbero circa 10 miliardi di euro, si sono raffreddate non appena apparse sulla stampa. Si spinge invece perché dalla riduzione delle detrazioni e deduzioni prevista dalla delega fiscale vengano fuori i 6 miliardi per annullare del tutto l’aumento dellì’Iva.Come annunciato poco prima dell’estate, dovrebbero giungere al dunque anche il "rapporto Giavazzi" sui contributi alle imprese (lo studio propone una commissione mista governo-Confindustria che scremi quanto Passera non ha già riordinato) e quello predisposto da Giuliano Amato sui costi della politica e dei sindacati.
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