lunedì 27 luglio 2015
Dopo 48 ore di agonia è deceduto anche Michele Bruscella, 43 anni, uno dei titolari dell'azienda. Stasera una veglia di preghiera.
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La fabbrica di fuochi d'artificio Bruscella fuma ancora. Sotto quelle che oggi sono solo macerie hanno perso la vita nove persone. Oggi, infatti, il bilancio delle vittime si è ancora aggravato. Dopo aver lottato fra la vita e la morte per 48 ore, è deceduto ieri mattina anche Michele Bruscella, 43 anni, uno dei titolari dell'azienda, ricoverato in rianimazione all'ospedale Perrino di Brindisi. Nella tarda serata di sabato era morto nel Policlinico di Bari il 20enne di Napoli Riccardo Postiglione, studente universitario che si stava specializzando proprio nell'attività di programmatore informatico dei fuochi pirotecnici musicali. Queste ultime due vittime si aggiungono alle sette del giorno dell'esplosione, a mezzogiorno del 24 luglio. Si tratta di Vincenzo Armenise, marito di Angela Bruscella, responsabile d'amministrazione, che è uscita illesa dallo scoppio. C'è poi Michele Pellicani, cugino dei Bruscella, gli operai indiani Banga Harbaajan e Nigah Kumar e l'albanese Merja Samir. E ancora Giuseppe Pellegrino e Vincenzo De Chirico, amici dei titolari, che erano in azienda in visita, come spesso facevano da appassionati di fuochi d'artificio. Due i feriti, Vincenzo Bruscella ricoverato a Napoli in prognosi riservata, socio della ditta insieme con il fratello Antonio, illeso, e Antonio Pertino, ricoverato al Policlinico di Bari, panettiere che al momento dell'esplosione si trovava a passare col suo furgone lungo la strada che costeggia la fabbrica ed è stato colpito da una bomba. Sull'accaduto la Procura ha aperto un fascicolo per disastro colposo ma i carabinieri ai quali il pm Domenico Minardi ha delegato le indagini stanno svolgendo accertamenti in collaborazione con l'ispettorato del lavoro dell'Arma sull'organigramma aziendale, dal momento che venerdì si trovavano all'interno dell'area della fabbrica anche persone esterne all'azienda. Intanto nel pomeriggio, nell'istituto di Medicina legale del Policlinico di Bari, i familiari delle vittime sono stati convocati per il riconoscimento dei corpi attraverso alcuni oggetti, collane e bracciali. Nei prossimi giorni sarà poi conferito al professor Francesco Vinci l'incarico per le autopsie. E mentre non si ferma l'attività degli investigatori che nei prossimi giorni eseguiranno i rilievi utili a ricostruire la dinamica dell'esplosione, sul luogo della tragedia protezione civile e vigili del fuoco sono intervenuti oggi per spegnere i residui focolai all'interno di una delle cosiddette 'casematte', i laboratori dove venivano confezionati gli esplosivi. Attorno all'area sotto sequestro probatorio anche oggi ci sono curiosi, parenti e amici delle vittime, che continuano a portare fiori. "È troppo forte il dolore" dice Rosa Bruscella, madre di Michele Pellicani, una delle vittime, e sorella di Antonio e Vincenzo Bruscella. L'anziana signora ricorda la tragedia che nel 1959 colpì la sua famiglia in una esplosione simile, all'interno della stessa fabbrica. "Morirono sette persone - racconta - tra cui mia madre, alcune sorelle di mio padre, un cognato, un nipote di 14 anni e due operai. Un dolore che non finisce mai". Sul posto anche il sindaco di Modugno, Nicola Magrone, che per il giorno dei funerali ha proclamato il lutto cittadino e sta programmando "una grande manifestazione pubblica di solidarietà", una "marcia silenziosa, una fiaccolata, che abbia la sua conclusione sul luogo del disastro". Intanto per stasera, nella chiesa Maria Santissima Annunziata, è prevista alle 20.30 una veglia di preghiera per le vittime.
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