giovedì 25 gennaio 2018
Stop alla procedura di infrazione. «Garantiti i diritti a chi è solo». Oggi atteso l'annuncio di Bruxelles sul caso pendente ormai dal 2013
Sulla tutela dei minori stranieri ora l'Europa assolve l'Italia
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Era una procedura d’infrazione di notevole peso, sotto il profilo umanitario, quella a carico dell’Italia che l’Unione Europea archivierà oggi, riconoscendo i progressi compiuti dal nostro Paese negli ultimi due anni. La decisione di Bruxelles, che Avvenire è in grado di anticipare, verrà ufficializzata in queste ore e riguarda un procedimento d’infrazione fra i più longevi, aperto nel 2013 per la violazione della normativa sui minori stranieri non accompagnati richiedenti asilo e rifugiati (indicati con l’acronimo «Msnara»). Da cinque anni la Ue contestava all’Italia un fatto «molto grave», considera il sottosegretario agli Affari Europei Sandro Gozi, cioè «di non assicurare adeguata tutela legale alle migliaia di minori non accompagnati che sbarcavano sulle nostre coste». Ma dal 2016, il dialogo fra la Commissione e il governo italiano si è intensificato: «Abbiamo sentito su di noi un obbligo morale, ancor prima che giuridico e comunitario, visto che si tratta di minori che arrivano da soli sulle nostre coste, sperduti e spaesati, dopo viaggi pericolosi sui barconi e senza nemmeno un parente a prendersi cura di loro. Abbiamo cercato soluzioni adeguate – ricorda ancora Gozi –. E alla fine il risultato è arrivato. E l’archiviazione della procedura d’infrazione lo testimonia».

«Evitata sanzione milionaria».
Gozi lo definisce un «successo sotto il profilo umanitario e simbolico», ma anche un «notevole risparmio economico», perché «ha scongiurato il possibile contenzioso di fronte alla Corte di Giustizia, che avrebbe potuto condannare l’Italia a pagare sanzioni salatissime, nell’ordine di diverse centinaia di milioni di euro, visto che la violazione era grave, poiché riguardava i diritti fondamentali della persona, e si protraeva da diversi anni. Ora abbiamo in Italia un trattamento dei minori conforme agli standard europei». Quello dei minori stranieri non accompagnati è un numero in crescita: fino al 30 novembre 2017, secondo il ministero del Lavoro, erano 18.500. E, fra loro, nei primi 4 mesi 2.955 avevano presentato domande di protezione internazionale (il doppio dello stesso periodo del 2016, quando erano stati 1.483). Una mole di arrivi che ha reso arduo, per il sistema d’accoglienza italiano messo a dura prova dagli sbarchi di massa, ottemperare all’esigenza di assegnare in tempi rapidi (l’Ue prevede che avvenga entro circa 5 giorni dall’arrivo) un tutore a ciascun migrante. Ma l’esecutivo guidato da Paolo Gentiloni ha preso la questione di petto, prosegue Gozi, «impegnandosi sia sul piano organizzativo-amministrativo, sia sul piano legislativo, per rendere più efficiente e veloce il sistema di tutori legali nominati dal giudice per i minori non accompagnati».

«Ora un tutore entro 5 giorni».
Il risultato raggiunto, osservano a Palazzo Chigi, è frutto di un lavoro di squadra, che ha visto in prima linea anche il ministro della Giustizia Andrea Orlando e i tribunali delle zone investite dai flussi migratori. In via Arenula si è lavorato per creare «corsie preferenziali» e per rafforzare gli organici col risultato che, oggi, la nomina dei tutori si attesta, nella maggior parte dei casi, su tempi in linea con i suddetti 5 giorni fissati negli obblighi Ue. Presso gli stessi uffici giudiziari è stato realizzato un meccanismo di verifica del sistema, con appositi registri in cui far confluire i dati sulla trattazione delle istanze di tutela dei minori. E i tribunali hanno sottoscritto protocolli di intesa con enti pubblici e privati: «Anzitutto con i comuni – spiega Gozi – che sono la vera front line dell’accoglienza, ma anche con le amministrazioni pubbliche, gli ordini professionali e le associazioni di volontariato. Così, si è potuta ampliare la platea dei tutori, reclutando nuovo personale».

Gli interventi di legge.
In parallelo, governo e Parlamento si sono attivati sul fronte legislativo, varando una serie di provvedimenti, fra cui spicca l’approvazione ad aprile della normativa numero 47 del 2017 (detta «legge Zampa », dal nome della parlamentare del Pd che l’ha proposta), che ha rafforzato gli strumenti di tutela in favore dei minori stranieri. Ai responsabili dei centri di accoglienza sono stati assegnati poteri che prevedono il rilascio del permesso di soggiorno su semplice richiesta. Infine, un nuovo provvedimento approvato a dicembre ha velocizzato ulteriormente la procedura di nomina dei tutori, spostando la competenza dal tribunale ordinario a quello per i minorenni e fissando un limite di 3 minori per ciascun tutore. Lo stesso testo ha affidato al Garante nazionale per l’infanzia e l’adolescenza il monitoraggio delle procedure di selezione e di formazione dei tutori.

Infrazioni dimezzate.
Quella sui minori non è l’unica procedura d’infrazione archiviata in materia di migranti. Nel 2017, Bruxelles ne ha chiuse altre 3: una sul costo del permesso di lungo soggiorno e due che accusavano l’Italia di violare le norme su rimpatri e di procedere a espulsioni di massa verso la Grecia. In tema di stranieri ne resta pendente una sola, la numero 2012/2189 sul sistema di accoglienza dei richiedenti asilo: «All’epoca del governo Renzi, avevamo ereditato dagli esecutivi precedenti una situazione disastrosa – rammenta Gozi –. Le infrazioni, in varie materie, erano 121 e continuavano a salire, con un più 21% durante il governo Letta. Abbiamo lavorato molto per rimediare. Le infrazioni pendenti sono 62. E ciò non solo ha aumentato la credibilità politica del nostro Paese – conclude il sottosegretario –, ma ci ha consentito di porre rimedio a gravi violazioni dei diritti umanitari, che ci avevano fatto finire nel mirino dell’Ue».

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