venerdì 5 febbraio 2010
Un convegno a Trieste lancerà oggi alcune proposte di cambiamento nelle norme del codice di procedura penale Sotto accusa le forzature di polizia e pm: si punta a più tutele per gli accusati. Penalisti e psicologi: ecco le modifiche necessarie.
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I bambini ci guardano. A casa, a scuola e nelle aule di tribunale. Per questo è necessario trovare canali di comunicazione giusti, soprattutto quando dalla loro voce si ricostruiscono drammi pesanti e presunti reati: orrori come la pedofilia, la violenza, lo stupro. Spesso la testimonianza dei più piccoli ha un peso non indifferente anche nelle cause civili di separazione e divorzio. Come fare uscire tutta la verità? Come evitare manipolazioni o forzature, garantendo nel contempo che il minore non subisca dei traumi psicologici?La proposta che verrà presentata oggi a Trieste durante un convegno dall’Unione delle camere penali italiane, associazione che riunisce circa 9mila avvocati penalisti in tutta Italia, è un tentativo di dare forma effettiva ai principi già stabiliti dalla Carta di Noto, che nel 1996 ha emanato le linee-guida da utilizzare per l’esame del minore. Il problema è che, secondo i penalisti, quei valori sono rimasti senza seguito e ora, anche sull’onda di diversi fatti di cronaca in cui il «peso» delle rivelazioni dei bambini si è mostrato assai rilevante, è necessario porre mano al codice di procedura penale.Il protocollo di azione, che ha l’obiettivo di inserire alcune modifiche in tema di audizione dei minori, è stato concertato insieme alla Società di psicologia giuridica e ha prodotto un testo in cui i cambiamenti richiesti partono proprio dal ruolo degli esperti chiamati a raccogliere le loro confidenze. Spesso infatti, nelle vicende che assumono rilevanza penale, i bambini vengono interrogati da personale di polizia non preparato, quando invece sarebbe necessario assicurare sin da subito figure professionali in grado di «far parlare» il minore usando i toni giusti e cercando di decodificarne i messaggi. Servono tempo e risorse, per questo, ma il passaggio è decisivo. Lo stesso vale per le registrazioni audio e video delle deposizioni dei ragazzi. «Debbono essere documentate integralmente – sostiene il testo che verrà presentato – a pena di inutilizzabilità». È necessario comprendere sin da subito, insomma, se si tratta di denunce, per quanto possibile, circostanziate a tutela del minore stesso. Sono due le priorità da perseguire: da un lato è necessario non sottoporre il minore a un tour de force fatto di sofferenze, ricordi e silenzi, dall’altro è importante che non sia pregiudicato il diritto dell’accusato ad un procedimento equo e imparziale.Concretamente, dunque, vanno creati elenchi di psicologi che abbiano alle spalle percorsi di specializzazione in materia penale, va aperto a difensori e consulenti tecnici il percorso della perizia e vanno depositati «senza ritardo» tutti gli atti di indagine successivi alla richiesta di incidente probatorio compiuti fino all’assunzione della prova. Quanto ai criteri di esame che dovranno essere rispettati nell’audizione del minore, «dovranno essere scelti, nel contraddittorio tra le parti, al fine di preservare la genuinità delle dichiarazioni del minore» stesso.Ciò che si vuole scongiurare è quello che viene definito un meccanismo di «contagio dichiarativo»: una versione fornita parzialmente viene ingigantita e riportata in altro modo a una seconda fonte, che a sua volta la rielabora finendo per confondere le acque e per agitare nuovi fantasmi.Ma non c’è poi la possibilità che, proprio per evitare uno scenario da «caccia alle streghe», si accrediti l’idea di un giro di vite destinato a rendere più difficile l’emersione di casi in cui gli «orchi» esistono davvero? La risposta che si riceve, a domanda, è che proprio partendo da un «buon ascolto» del minore, fatto da veri e propri specialisti, è possibile garantire al meglio sia gli obiettivi dell’accusa che quelli della difesa. Ai bambini, insomma, si può decidere anche di non credere, a patto che dall’altra parte ci siano adulti in grado di avere occhi e orecchie capaci di accogliere le loro storie, i loro silenzi e i loro fantasmi.
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