sabato 20 febbraio 2010
Ci sono altri due fermati per l'omicidio di Amhed Abdel Aziz El Sayed, l'egiziano di 19 anni assassinato sabato scorso in via Padova a Milano, prima che i suoi connazionali scatenassero la rivolta. A finire in manette due domenicani di 18 e 20 anni. Il primo fermo giovedì scorso.
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Ci sono altri due fermati per l'omicidio di Amhed Abdel Aziz El Sayed, l'egiziano di 19 anni assassinato sabato scorso in via Padova a Milano, prima che i suoi connazionali scatenassero la rivolta. A finire in manette due domenicani di 18 e 20 anni. Sale dunque a tre il numero dei fermati dopo quello avvenuto giovedì scorso di un altro domenicano di 31 anni. Secondo gli stessi investigatori della Squadra mobile, l'aggressione che ha provocato la morte di El Sayed è stata «casuale». «Dai riscontri investigativi, il gruppo di latinoamericani che sull'autobus 56 ha litigato con i tre egiziani si trovava lì per caso, per andare a una festa in un locale», è stato spiegato durante una conferenza stampa in questura. «Inoltre nessuno dei tre domenicani fermati abita nel quartiere di via Padova e uno di loro ha insistito nel dire che in quella zona non ci era mai venuto in vita sua». Le versioni dei tre, che al momento differiscono notevolmente, forse anche per minimizzare le responsabilità, paiono comunque confermare che alla base della lite vi sarebbe stato un motivo futile «dato che i due gruppi non si erano mai visti».Il questore di Milano, Vincenzo Indolfi, ha voluto ribadire che «quello di via Padova è un quartiere complicato perché multietnico, ma non è fuori controllo». «Ci sono numerose etnie in quella zona», ha spiegato il questore. «I più numerosi sono i filippini, poi egiziani, cinesi, peruviani ed ecuadoriani. Senza voler sminuire la gravità di quello che è successo, a Milano ci sono tante liti fra stranieri, questa purtroppo è finita male».
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