martedì 23 giugno 2020
In manette due dirigenti dell'azienda dei trasporti comunale. Gli inquirenti stanno indagando su 8 gare d'appalto che sarebbero state falsate con mazzette. In cella anche manager e imprenditori
La metropolitana di Milano

La metropolitana di Milano - Fotogramma

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Bufera sull'azienda dei trasporti milanese. Tredici persone sono state arrestate (12 in carcere e una ai domiciliari) mercoledì mattina in una inchiesta della procura milanese su appalti all'Atm, Secondo le accuse, due dirigenti Atm, imprenditori e manager avrebbero pilotato almeno 8 gare d'appalto per un valore complessivo che si aggira sui 150 milioni di euro. La figura centrale dell'inchiesta coordinata dal pm Giovanni Polizzi e dal procuratore aggiunto Maurizio Romanelli, sarebbe il responsabile dell'Unità amministrativa tecnica complessa sugli impianti di segnalamento e automazione su tutte le linee metropolitane in servizio. Secondo gli inquirenti oltre a 125mila euro tra tangenti promesse o incassate, il dirigente avrebbe ottenuto "prestazioni di servizi e benefit" e "l'acquisizione di rilevanti subappalti" per le due aziende in cui aveva importanti interessi.

Ma la lente degli investigatori si è appuntata anche sulle aziende che sarebbero coinvolte nelle tangenti: numerose perquisizioni sono state ordinate in tutta Italia. Nel mirino anche big come Siemens Mobility e Alstom Ferroviaria. In particolare gli inquirenti avevano chiesto l'arresto di un manager tedesco della casa madre Siemens ma il gip non lo ha concesso.

Uno degli appalti finito nell'inchiesta del Nucleo di polizia economico-finanziaria della Guardia di Finanza, è quello dei sistemi di segnalazione automatica della linea 2. Il sistema è lo stesso istallato sulla linea 1 e che tanti problemi aveva creato negli scorsi mesi con una serie di brusche frenate che avevano provocato cadute tra i passeggeri che in alcuni casi erano stati anche ricoverati in ospedale.

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