giovedì 10 ottobre 2019
Era malato da tempo. Dirigente del Pd, presidente della Provincia di Milano dal 2004 al 2009 e sindaco di Sesto San Giovanni. Gli ultimi anni alle prese con i processi
Morto Penati, rilanciò la sinistra di governo in Lombardia
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Se n’è andato come avrebbe voluto, «senza clamori », in una tiepida notte d’autunno. Filippo Penati è morto, dopo una lunga malattia, l’altra notte, nella clinica Multimedica di Sesto San Giovanni, l’ex "Stalingrado d’Italia" dove fu sindaco per due mandati.

Oltre ad essere stato capo della segreteria politica di Pier Luigi Bersani quando era segretario del Pd, Penati fu anche presidente della Provincia di Milano, che amministrò inventandosi una formula politica di successo, che solo molti anni dopo prese il nome di "Modello Milano". In pochi gli riconobbero la paternità di questa operazione che di fatto rilanciò il centrosinistra al Nord. Anche perché - nonostante l’indubbia simpatia - i suoi modi spicci e concreti, forgiati nella militanza operaista di Sesto San Giovanni, poco piacevano ai circoli "chic" e intellettuali della sinistra milanese. Nel 2011, tuttavia, iniziarono i suoi guai giudiziari, a partire da quelli per un presunto sistema di tangenti, il cosiddetto "sistema Sesto", per cui era stato assolto e in parte prescritto. Lo scorso luglio quando la Corte dei Conti della Lombardia lo condannò in appello, insieme ad altre 11 persone per la vicenda della compravendita del 15% delle azioni della Milano-Serravalle dal gruppo Gavio che risale al 2005, Penati rivelò pubblicamente la sua malattia: «Un anno fa – spiegò – mi è stato riscontrato un cancro, e i medici concordano che è anche conseguenza della mia vicenda giudiziaria. Da un anno sto combattendo. Questa è la sfida più importante della mia vita. Della vicenda Serravalle si occuperanno i miei legali».

I funerali si terranno in forma privata, ma in molti ieri hanno voluto esprimere un pensiero per Penati, a partire dal segretario nazionale del Pd Nicola Zingaretti. E così hanno fatto anche Matteo Mauri, Maurizio Martina, Massimo D’Alema, il sindaco di Milano Beppe Sala e il governatore della Lombardia Attilio Fontana. «Filippo ha sofferto molto, e non solo per la malattia – ha detto Bersani –. Ha sofferto con grandissima dignità. Lo ricordo con affetto e stima. Lo ricordo come una persona seria e leale. Lo ricordo come un protagonista della sinistra di governo».

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