mercoledì 1 giugno 2022
La ministra rassicura: nessun onere per chi ha accolto i profughi. La Turchia vigilerà di più sulla rotta che arriva da Est. Roccella Jonica, tra un anno l'hotspot promesso
La ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, a Reggio Calabria

La ministra degli Interni, Luciana Lamorgese, a Reggio Calabria - Ansa

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Un provvedimento di proroga dei bilanci di previsione per tutti i Comuni che accolgono immigrati e spese per l’accoglienza a carico del Ministero dell’Interno. Lo ha annunciato la responsabile del Viminale, Luciana Lamorgese, al termine della riunione a Reggio Calabria del Comitato provinciale per l’ordine e la sicurezza pubblica dedicato in gran parte all’emergenza sbarchi sulle coste calabresi.

I dati ufficiali parlano da soli. Mentre in Sicilia gli immigrati arrivati fino ad oggi sono stati 14.300, con un aumento di 1.100 rispetto al 2021, in Calabria si è passati da 273 dello scorso anno a quasi 4mila del 2022. La maggior parte, ha sottolineato Lamorgese, «vengono dall’Afghanistan» e arrivano dalla rotta turca. «Vorrei ricordare che, l’anno scorso nel mese di agosto, abbiamo fatto arrivare più di 5.400 persone, tutti coloro che hanno lavorato con le unità italiane presenti a Kabul. Ce li siamo andati a prendere ma era chiaro che non sarebbe terminato il flusso. E infatti lo stiamo vedendo». Proprio per questo, ha spiegato, «nella recente visita ad Ankara, al ministro dell’Interno, ho messo in evidenza l’aumento rispetto all’anno scorso. Abbiamo avuto assicurazione che avrebbero operato con maggiore attenzione». Ma intanto bisogna aiutare i Comuni che accolgono, in particolare in Calabria. «I sindaci non possono avere sul loro bilancio anche gli oneri derivanti da un flusso maggiore di migranti. Bilanci che sono già in alcuni casi deficitari. Oggi abbiamo approvato il provvedimento di proroga per un mese dei bilanci di previsione».

Nella riunione, alla quale hanno partecipato il prefetto, Massimo Mariani, il procuratore, Giovanni Bombardieri, e i vertici delle forze dell’ordine, il ministro ha sottolineato più volte che «proprio per non incidere sui bilanci dei Comuni, abbiamo detto ai sindaci che prenderemo quelli che sono gli oneri in carico ai fondi del ministero dell’Interno e ai fondi dell’accoglienza». In particolare per quanto riguarda il Comune di Roccella Jonica, che da solo ha accolto gran parte degli approdi, Lamorgese ha confermato il rimborso delle spese sostenute e l’impegno di realizzare un hotspot sul territorio del Comune della Locride. «Serviranno circa dodici mesi per ristrutturare l’edificio messo a disposizione dal comune per accogliere i migranti. Sul posto nei prossimi mesi i soccorsi saranno rafforzati con l’intervento di organizzazioni come Medici senza frontiere».

Intanto, dopo un sopralluogo effettuato dal prefetto Francesca Ferrandino, Capo del Dipartimento per le libertà civili e l’immigrazione, col prefetto Mariani e il sindaco, Vittorio Zito, si è deciso di potenziare le strutture nel porto di Roccella destinate alla prima accoglienza e ai controlli, per rendere meno pesante sia la permanenza degli immigrati che il lavoro degli uomini delle forze dell’ordine. A volte basta poco, come installare altri bagni e l’aria condizionata.

Ma il ministro parla anche dei prossimi mesi e con preoccupazione. «Mai come in questo momento così delicato e con una guerra alle porte, è necessaria una forte sinergia e unità delle istituzioni, a tutti i livelli, per rendere più sicuro il territorio e contrastare efficacemente i trafficanti di esseri umani. E non solo: stiamo per varare linee guida comuni per tutto il territorio, affinché i prefetti si muovano tutti nella stessa direzione». Ma, ha concluso, «quello che è importante che ci sia un ruolo dell’Europa. Non mi stancherò mai di ripeterlo. Questo fine settimana sarò a Venezia con i ministri dell’Interno del Mediterraneo proprio per stabilire insieme la strategia da portare in Europa al prossimo Consiglio europeo e sbloccare il patto di immigrazione e asilo che è fermo da troppo tempo. Chi arriva in Italia, arriva in Europa e ci deve essere una redistribuzione anche negli altri Paesi. Se l’Europa esiste, deve essere anche in questo».

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