martedì 30 maggio 2017
Un natante con 160 persone a bordo si è squarciato al centro facendo cadere in mare circa 25 persone. Prima di venire individuati e salvati, i superstiti sono rimasti alla deriva per una notte
Gommone a picco: 25 morti. Testimoni: solo due corpi recuperati
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L'ennesimo sbarco e l'ennesima tragedia. Quest'ultima narra la morte di altri 25 migranti al largo della Libia. È quanto emerso dalle indagini svolte a Pozzallo e culminate nelle ultime ore nel fermo di uno scafista per favoreggiamento dell'immigrazione e morte come conseguenza di altro delitto. È di ieri lo sbarco di 252 migranti quasi tutti provenienti dal centro Africa e delle salme di due giovani. Secondo il racconto dei testimoni, uno dei gommoni era salpato dalla Libia con 160 persone a bordo, ma a un certo punto si è squarciato al centro facendo cadere in mare circa 25 persone: due soltanto quelle recuperate ormai morte.

I migranti di uno dei due gommoni, secondo la ricostruzione fatta da diversi testimoni agli uomini del gruppo interforze di Polizia, sono partiti sabato notte dalla Libia in 160 a bordo di un fatiscente gommone che dopo alcune ore ha imbarcato acqua fino a quando si è squarciato per il troppo peso. A decine sono caduti in mare e solo alcuni sono riusciti a risalire a bordo mentre gli altri annegavano. I migranti superstiti, nel dare aiuto a coloro che erano in mare, sono riusciti a trarre in salvo solo due persone che dopo poco, però, sono morte. Anche lo scafista è caduto in mare ma poi è riuscito a risalire e a continuare la navigazione fino a quando il motore si è guastato e sono rimasti in balia delle onde per tutta la notte ed il giorno successivo, ovvero quando sono stati soccorsi dalla motonave. In questo caso il presunto scafista è stato fermato anche per il reato di morte come conseguenza del delitto di favoreggiamento dell'immigrazione clandestina, considerata la sua condotta che ha messo in perricolo tutti i migranti causando l'incidente in mare che ha avuto come conseguenza la morte di oltre 25 persone.




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