lunedì 17 giugno 2013
Lo hanno riferito i 95 superstiti, che erano a bordo di un gommone, una volta giunti sull'isola. Il racconto dei superstiti, alcuni dei quali hanno parlato addirittura di una decina di vittime, è ancora al vaglio degli inquirenti che lo valutano con grande cautela per la mancanza di riscontri.
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Sette migranti sarebbero annegati nel Canale di Sicilia mentre tentavano di aggrapparsi a una gabbia per l'allevamento di tonni trainata da un motopesca tunisino. Lo hanno riferito i 95 superstiti, che erano a bordo di un gommone, una volta giunti a Lampedusa.

Il racconto dei superstiti, alcuni dei quali hanno parlato addirittura di una decina di vittime, è ancora al vaglio degli inquirenti che lo valutano con grande cautela per la mancanza di riscontri. Secondo la ricostruzione fatta dai sopravvissuti, i loro compagni sarebbero finiti in mare dopo che l'equipaggio del motopesca "Khaked Amir" aveva tagliato il cavo che trainava la gabbia. Alcuni avrebbero anche tentato di salire sul peschereccio, ma sarebbero stati respinti con la forza. La tragedia sarebbe avvenuta a 85 miglia a Sud di Malta. I naufraghi erano stati avvistati poco prima della mezzanotte da un aereo della Marina Militare maltese, in parte ancora sul gommone alla deriva in parte aggrappati alla gabbia dei tonni.

Sul posto era stata dirottata una delle motovedette della Guardia Costiera italiana, impegnate nella notte in diverse operazioni di soccorso nel Canale di Sicilia, che aveva tratto in salvo i 95 migranti poi trasferiti a Lampedusa. Non è la prima volta che i migranti, o perché provati dalla lunga traversata o perché in difficolta, si lanciano verso le gabbie galleggianti come se fossero enormi ciambelle di salvataggio. Nel maggio di cinque anni fa 27 somali rimasero aggrappati per tre giorni alle gabbie del motopesca maltese "Budafel", prima di essere soccorsi da una nave della Marina Militare italiana, perché l'armatore si rifiutava di farli salire a bordo temendo di perdere il carico di tonni. L'immagine dei migranti abbarbicati ai galleggianti della gabbia fece il giro del mondo. Successivamente altri migranti utilizzarono la stessa tecnica con l'obiettivo di essere tratti in salvo dalle motovedette.

Si sono conclusi, con l'arrivo delle Motovedette della Guardia Costiera nel porto di Lampedusa, le operazioni di soccorso che hanno caratterizzato la giornata di ieri e la notte appena trascorsa. Complessivamente sono 259 le persone tratte in salvo nel Canale di Sicilia in tre distinti interventi, dopo che ieri erano approdati sulle coste siciliane oltre 600 migranti. I primi ad arrivare, alle 05.30 di questa mattina, i 109 migranti - tutti uomini di presunta nazionalita' eritrea - imbarcati su Nave Libra della Marina Militare e su una motovedetta della Guardia Costiera.

Alle 07.00 sono approdati anche i 95 migranti soccorsi questa notte da una motovedetta della Guardia Costiera e da una della Guardia di Finanza mentre erano aggrappati a una gabbia per tonni trainata da un motopesca tunisini.

Dieci minuti dopo sono giunti in porto anche i 55 migranti - tra ci quali 8 donne e un minore - soccorsi prima dal peschereccio italiano ''End'' e successivamente trasbordati su una Motovedetta della Guardia Costiera. Infine lungo il litorale di Siracusa, tra Punta del Pero e Terra Uzza, in nottata sono stati rintracciati a terra dalla Polizia 20 migranti. Le Motovedette della Capitaneria di porto di Siracusa hanno perlustrato il tratto di litorale alla ricerca del barcone utilizzato per la traversata, ma senza esito.

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