giovedì 15 dicembre 2016
«Regole di Dublino sui rifugiati non soddisfano». Merkel: siglare accordi con Paesi africani. Al Niger 600 milioni per la lotta agli irregolari
Migranti, Gentiloni a vertice Ue: italia molto esigente
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"È la prima volta che ho l'onore di rappresentare l'Italia nel Consiglio europeo. Oggi la questione principale che affronteremo tra tante sarà l'immigrazione: sapete che da questo punto di vista l'Italia è molto esigente, perché non siamo ancora soddisfatti della discussione sul regolamento di Dublino che fissa le regole dell'accoglienza dei rifugiati". Lo ha detto il neo presidente del Consiglio italiano, Paolo Gentiloni, parlando con i cronisti all'uscita dal pre-vertice del Pse a Bruxelles, poco prima dell'inizio del Consiglio europeo.

La cancelliera tedesca, Angela Merkel, ha chiesto che l'Unione europea raggiunga accordi sui migranti simili a quello con la Turchia anche con i Paesi del Nordafrica. Arrivando al vertice Ue, ha sottolineato che questa misura deve combinarsi con politiche di sviluppo economico nei Paesi d'origine, per "dare opportunità alla gente". "In generale, sviluppo, sicurezza, lotta contro i trafficanti di persone, devono andare sempre assieme", ha affermato Merkel. Ha sottolineato l'accordo raggiunto con il Niger, tra i cinque Paesi con cui l'Ue collabora in questo ambito assieme a Mali, Senegal, Etiopia e Nigeria, e ha spiegato che sta studiando come frenare i migranti già in questo Paese perché non arrivino ad attraversare la Libia, da cui partono per l'Italia.

L'Unione europea ha annunciato oggi, infatti, 610 milioni di euro di nuovi aiuti al Niger, definendo "eccellente la sua cooperazione in materia di lotta alla migrazione irregolare e la sua determinazione ad agire contro le organizzazioni criminali dei trafficanti e contro la corruzione".

Estese le sanzioni alla Russia

I 28 leader europei hanno concordato di rinnovare le sanzioni economiche contro la Russia varate per l'annessione della Crimea e la destabilizzazione del Donbass, come già previsto. Le misure colpiscono i settori finanziario, dell'energia, della difesa e dei beni a duplice uso civile-militare. Le sanzioni sono in scadenza il 31 gennaio 2017. Saranno rinnovate per altri sei mesi, con procedura scritta che si concluderà prima di Natale.

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