mercoledì 7 ottobre 2015
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Dal Mar Mediterraneo fino a Genova passando per Catania. È la storia di Najwa, 25 anni proveniente dalla Tunisia e della sua bambina di un quasi un anno che nei 'Gruppi Appartamento' della Caritas Diocesana ha trovato più di una famiglia. È arrivata in Sicilia via mare, come tanti migranti, in mano solo un pezzo di carta provvisorio e una figlia in attesa. Poi lo sbarco a Catania con la separazione dal marito, costretto per lavoro a lasciare la Sicilia alla volta del capoluogo ligure. L'arrivo nel novembre scorso presso il centro di accoglienza della Caritas ha rappresentato per lei un'alternativa concreta alla strada e l'inizio di un nuovo percorso di vita. La donna è stata seguita dall'assistente sociale della Caritas,la neonata assistita dai pediatri che collaborano con la Caritas. Concluso l'iter burocratico per ottenere il passaporto è arrivato il ricongiungimento familiare. Il Centro di Ascolto della Caritas lavorando in rete con i servizi sociali di Genova è riuscito anche ad ottenere un posto in un asilo nido per la figlia cosi da permettere a Najwa di iniziare un nuovo lavoro e ritornare a vivere con il marito. Una storia a lieto fine, al pari di altre donne accolte in questi mesi, che in seguito a violenze domestiche, a causa di uno sfratto, o per mancanza di lavoro si sono ritrovate senza un tetto. “Ringrazio la Caritas di Catania per il periodo di ospitalità e per avermi fatto sentire in famiglia”, ha detto la donna. Il tutto è stato possibile grazie al ‘‘Progetto Policlinico’ realizzato con i fondi Cei 8xMille e alla disponibilità dell’Azienda Ospedaliera Policlinico-Vittorio Emanuele di Catania che ha concesso in comodato d’uso gratuito due appartamenti per l’accoglienza delle ragazzi madri e per donne che versano in condizioni di particolare disagio economico, morale e sociale con figli a carico. Nell'ultimo anno sono state accolte 14 donne con 16 minori.
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