venerdì 12 aprile 2019
Decimo giorno in mare per i 60 migranti a bordo della nave dell'ong tedesca Sea Eye. La Francia: pronta ad accogliere 20 migranti, come noi altri partner europei
Migranti sul ponte della Alan Kurdi (Ansa/immagine twittata dall'ong Sea Eye)

Migranti sul ponte della Alan Kurdi (Ansa/immagine twittata dall'ong Sea Eye)

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Un'altra giornata a navigare a zig zag ai confini delle acque maltesi per la Alan Kurdi, con a bordo 62 migranti soccorsi mercoledì scorso al largo delle coste libiche ed i 17 uomini di equipaggio. Il porto sicuro non c'è ancora, mentre la Francia si offre di accogliere 20 delle persone salvate.

La Commissione europea sta tenendo da giorni i contatti con gli Stati membri cercando la disponibilità a farsi carico dell'esiguo numero di naufraghi. Ma le elezioni europee sono ormai alle porte e i volontari scarseggiano. Oggi si è fatto avanti il ministro dell'Interno francese Christophe Castaner. "Come per le altre navi (Lifeline, Aquarius, SeaWatch) - ha spiegato - ho chiesto al personale del ministero e dell'Ofpra (Ufficio francese per i rifugiati) di tenersi pronti a recarsi sul posto nelle prossime ore per facilitare il trasferimento in Francia di 20 persone con bisogno di protezione".

Anche la Germania, Paese di bandiera della nave, aveva dato nei giorni scorsi la propria disponibilità a farsi carico di parte dei migranti della Alan Kurdi. Ma la quadra non è stata ancora trovata e i 62 si apprestano a passare un'altra notte in mare.

Ieri una donna incinta, Osumah, 23 anni, ha avuto una crisi epilettica ed è stata evacuata a Malta. Al marito non è stato consentito di seguirla. Due giorni prima un'altra donna, di 24 anni, era collassata ed era stata trasportata sull'isola. A bordo c'è un'altra donna incinta, un bimbo di 11 mesi ed uno di sei anni. Sulla nave, nonostante tutto, si cerca di mantenere alto l'umore. Un video postato da Sea Eye mostra i migranti che cantano in coro avvolti nelle coperte.

In 73 ieri sono riusciti invece ad arrivare a Lampedusa, a bordo di un barcone partito da Sfax, in Tunisia, intercettato da due motovedette della Guardia Costiera e della Guardia di Finanza. Inizialmente, 17 avevano detto di essere libici, forse con l'idea di poter evitare così il rimpatrio prontamente promesso dal ministro dell'Interno Matteo Salvini. Oggi lo staff dell'Organizzazione internazionale per le migrazioni (Oim) presente sull'isola ha però verificato che i 73 sono tutti tunisini.

E l'Oim fa intanto il conto delle vittime delle traversate dall'Africa: sono almeno 407 i migranti che hanno perso la vita nel Mediterraneo dall'inizio del 2019 mentre tentavano di giungere in Europa, un numero in calo rispetto ai 558 morti dello stesso periodo del 2018. In Italia, indica il Viminale, sono 625 gli stranieri sbarcati quest'anno, il 90% in meno del 2018.

Germania, 210 deputati firmano per il «soccorso in mare»

In Germania 210 deputati di cinque diversi gruppi parlamentari hanno firmato «l'appello di Pasqua» affinché le navi con a bordo i naufraghi non restino senza un porto sicuro per giorni o settimane. «Se una persona è in difficoltà in mare, deve essere salvata», ha detto la rappresentante dei Verdi Luise Amtsberg, presentando la proposte ideate da un gruppo ristretto di parlamentari chiamato appunto «soccorso in mare» (Seenotrettung). Tra i punti fondamentali, la richiesta di un'equa redistribuzione dei migranti tra i vari Paesi europei e la possibilità di presentare richiesta d'asilo.

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