lunedì 2 marzo 2020
La Procura della Repubblica di Foggia e due cooperative sociali hanno avviato la sperimentazione di una attività di inserimento lavorativo
Migranti al lavoro negli uffici della Procura

Ansa

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Immigrati nella Procura di Foggia. Non per qualche inchiesta, ma per lavorarci. Fianco a fianco ai magistrati, come ausiliari. La prima volta in Italia. È la bella storia di integrazione nata dalla collaborazione tra la Procura guidata da Ludovico Vaccaro, e le cooperative sociali Iris e Medtraining che gestiscono alcuni Sprar nei comuni della provincia di Foggia.

L'ennesima dimostrazione della qualità e efficacia di questo sistema di accoglienza purtroppo penalizzato dal primo "decreto sicurezza". Oggi questa sistema virtuoso entra nel Palazzo di giustizia foggiano con la firma del protocollo tra la Procura e le due cooperative. Grazie a questo accordo quattro immigrati, regolarmente presenti in Italia, lavoreranno come ausiliari dei magistrati, un'occasione di integrazione ma anche un prezioso aiuto alla Procura da tempo afflitta da gravi carenze d'organico.

E tutto questo avviene in un territorio, il Foggiano, caratterizzato dalla presenza di grandi ghetti, e da un diffuso sfruttamento dei braccianti immigrati, colpito più volte da importanti inchieste proprio della Procura che ha un gruppo specializzato "anticaporalato". Una storia che dimostra ancora una volta che l'integrazione è possibile anche nelle aree più difficili. Il protocollo parte da un'analisi della situazione scrivendo che "il fenomeno della migrazione tende a manifestarsi in maniera sempre più continuativa tanto da non poter più essere connotato come fenomeno emergenziale".

Proprio per questo, si legge ancora, "al fine di favorire positivi processi di integrazione, è opportuno realizzare un programma di attività finalizzate a sostenere sia l'integrazione sociale che la prevenzione e il superamento delle cause di conflitto sociale". E sarà un vantaggio anche per la Procura che, si legge ancora, "necessita, da tempo, a causa delle vacanze d'organico e dell'età media dei dipendenti dell'ufficio, di apporti ad attività manuali tipiche del profilo dell'ausiliario".

L'efficienza della giustizia richiede tante figure professionali, non solo magistrati, e spesso proprio i vuoti maggiori sono tra i fondamentali collaboratori. Nasce così il Protocollo tra Procura e cooperative sociali per "avviare una reciproca collaborazione al fine di favorire la realizzazione di percorsi educativi e di integrazione dei migranti attraverso lo svolgimento di attività lavorative, nelle forme consentite dalla legge, in favore della collettività e che promuovano la formazione di una coscienza della partecipazione".

Si parte coi primi quattro immigrati, che abbiano una buona conoscenza dell'italiano, e che saranno scelti dopo un colloquio con la Procura, al fine di verificare l'idoneità per l'inserimento lavorativo. Inoltre la stessa Procura individuerà, tra il proprio personale amministrativo, dei tutors di supporto agli immigrati selezionati, "al fine di un corretto apprendimento delle attività da svolgere, nonché delle informazioni sui rischi connessi alle mansioni espletate e alle conseguenti misure e procedure di prevenzione e prevenzione".

La Procura dà il buon esempio. Porte aperte e collaborazione tra istituzioni e terzo settore. Altro che il lavoro nero e insicuro nei campi della Capitanata! L'impegno lavorativo non supererà le 30 ore settimanali e non prevede alcun tipo di onere economico a carico della Procura o del Ministero della Giustizia, ma solo delle due cooperative. Si parte con un impegno per un anno con la possibilità, alla scadenza, di rinnovo tacito per la stessa durata.

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