giovedì 8 giugno 2017
Entro fine anno attese circa 200 mila persone. A oggi siamo a circa 180 mila. Appello per la redistribuzione negli altri paesi dell'Unione Europea
Sami (Acnur): previsti 200 mila arrivi, ma l'Italia non sia lasciata da sola
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"Entro fine anno ci aspettiamo un numero di arrivi complessivi di circa 200 mila persone. A oggi siamo a circa 180 mila quelli già accolti. E se non funzionerà effettivamente un supporto da parte di altri Paesi europei, per l'Italia si prospetta una via in salita": lo ha detto la portavoce di Acnur, l'agenzia Onu per i Rifugiati per il Sud Europa, Carlotta Sami, in occasione delle iniziative previste per la Giornata Mondiale del Rifugiato, che verrà celebrata il 20 giugno. L'Italia, ha ribadito Sami, è sotto pressione per il numero di arrivi, cresciuti in media negli ultimi 3 anni del 20% l'anno.


"Se altri Paesi europei non faranno la loro parte, la strada sarà ancora più in salita", ha osservato. Per alleggerire la situazione in Italia, ha proseguito Sami, bisogna "intervenire anche nei Paesi di origine". "Il piano d'azione dell'Acnur è già partito e "stiamo facendo tutto il possibile in Libia e Niger" ha aggiunto. In Libia, ha ricordato, "stiamo incrementando le nostre attività e speriamo di entrare con più personale internazionale". I centri di detenzione libici "devono essere aperti e vanno migliorate le condizioni interne". Ci sono circa "300 mila sfollati libici che vivono in condizioni difficilissime" e "40 mila rifugiati di cui si parla pochissimo. Di questi, ha fatto notare, "20 mila sono siriani". Bisogna quindi "lavorare nei punti di sbarco e nel Sud della Libia con centri di assistenza", ma "la sicurezza sul terreno va migliorata".

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