mercoledì 15 gennaio 2020
Vasta operazione contro i clan dei Nebrodi: attraverso "colletti bianchi" complici intascavano milioni di contributi europei per l'agricoltura falsificando i dati dei terreni
La mafia puntava ai fondi Ue, 94 arresti
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Puntavano ai fondi Ue i clan mafiosi messinesi dei Nebrodi, colpiti questa mattina dal più imponente blitz mai messo a segno contro di loro. 600 tra carabinieri del Ros e Guardia di Finanza hanno arrestato 94 persone nell'operazione coordinata dalla Dda di Messina, guidata dal procuratore Maurizio de Lucia. Decapitati i clan mafiosi dei Batanesi e dei Bontempo Scavo, gli indagati sono in tutto 194. L'inchiesta ha portato inoltre al sequestro di 150 imprese. Le accuse sono, a vario titolo, di associazione mafiosa, truffa aggravata, intestazione fittizia di beni, estorsione, traffico di droga.

L'indagine coinvolge anche imprenditori e professionisti insospettabili come un notaio accusato di concorso esterno in associazione mafiosa e un sindaco 39enne, tra gli arrestati. Grazie all'aiuto di un notaio compiacente e di funzionari dei Centri Commerciali Agricoli (Cca) che istruiscono le pratiche per l'accesso ai contributi europei per l'agricoltura, le famiglie mafiose hanno incassato fiumi di denaro spartendosi virtualmente gli appezzamenti di terreno, in larghissime aree della Sicilia ed anche al di fuori dalla regione, necessari per le richieste di sovvenzioni.

La truffa si basava infatti sull'individuazione di terreni "liberi" (per cui non erano state presentate domande di contributi) per poi imporre ai proprietari falsi contratti d'affitto con prestanome o creare atti notarili falsi. Quindi veniva istruita da funzionari complici la pratica per richiedere le somme Ue, spesso accreditate su conti esteri.

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