giovedì 2 settembre 2010
Nei reparti i carabinieri hanno trovato cumuli di immondizia e calcinacci Molti dei registri erano vecchi di mesi. Voragini in quelli del personale: «A rischio la salute dei pazienti».
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Farmaci scaduti, cumuli di immondizia, perdite d’acqua nei corridoi e persino la carcassa di un pipistrello dentro il reparto di terapia intensiva coronarica. Eccolo, il Policlinico di Messina, così come si è presentato agli occhi dei Carabinieri del Nas che ieri ne hanno ispezionato i reparti. Carenze tanto gravi da lasciare increduli persino loro, che all’ospedale erano arrivati dopo la lite che giovedì scorso ha causato complicazioni in un parto cesareo. Era la punta di un iceberg, dunque. Che celava una ben più lunga lista di orrori.La struttura, hanno fatto sapere i Nas, «è interessata da carenze igienico-sanitarie, strutturali e tecnico impiantistiche tali da costituire pericolo per la salute dei degenti e del personale operante». E questa è una versione all’acqua di rosa, visto l’elenco delle scoperte fatte nel nosocomio. Le gravi irregolarità partono da una delle tre sale operatorie del reparto di chirurgia vascolare: tanto sguarnita, per macchinari e personale, e tanto sporca, che la Direzione sanitaria del nosocomio ha già provveduto a chiuderla. Poi il Pronto soccorso pediatrico: qui sono state trovate 50 confezioni di farmaci scaduti da due anni. E poi calcinacci e polvere, riconducibili agli interventi di edilizia che hanno visto il reparto protagonista alcuni mesi fa. Il colmo nell’area Utic (Unità Terapia Intensiva Coronarica): qui ai carabinieri è toccato addirittura scoprire la carcassa di un pipistrello ricoperta di ragnatele. Ancora: rifiuti speciali (toner a mercurio estremamente pericolosi per la salute pubblica), cumuli di detriti e immondizia nei corridoi, diffuse perdite d’acqua dalle tubazioni, il registro di entrata e di uscita dei medicinali ad azione stupefacente del reparto di chirurgia generale ad indirizzo oncologico vecchio di mesi. Il risultato della prima fase dell’ispezione, che continuerà anche nei prossimi giorni, è stato per ora riportato alla Procura della Repubblica di Messina e all’Assessore alla Sanità della Regione Sicilia, Massimo Russo.Intanto proseguono le indagini dopo il clamore e lo scandalo suscitato dal diverbio nella sala operatoria del reparto di ostetricia: gli investigatori stanno cercando di mettere assieme gli elementi finora raccolti per ricostruire quanto accaduto a Laura Salpietro, alla quale è stato asportato l’utero per le complicazioni post-cesareo e al figlio, che ha subito due arresti cardiaci e per il quale si temono danni cerebrali. Vincenzo Benedetto, uno dei due ginecologi coinvolti nella lite, ieri al pm Ada Merrino – che coordina l’indagine assieme a Francesca Rende – ha smentito che ci sia stato uno scontro fisico, sostenendo che la lite sarebbe avvenuta in un’altra stanza, non in sala parto (come riferito dalla Salpietro). Sulla vicenda della lite, peraltro, mentre la Federazione dell’ordine dei medici (Fnomceo) ha assicurato ieri «una valutazione disciplinare rapida rigorosa ed esemplare» non sono ancora arrivate decisioni ufficiali dall’Ordine di Messina.Unica nota positiva, l’abbraccio che ieri ha visto protagonisti la madre “vittima” dell’episodio choccante di giovedì scorso e il suo piccolo, Antonio. Ieri l’hanno portata a vederlo, nel reparto di terapia intensiva neonatale, dove il piccolo è monitorato 24 ore su 24. L’ha stretto, e allattato per la prima volta. Così l’amore cancella la malasanità.
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