martedì 11 gennaio 2022
In un messaggio a "Mediterranea" il cardinale Czerny invia i saluti del Pontefice: "Grazie del vostro coraggio nel voler ripartire". A Trapani "fermo" per la nave della Croce rossa.
Nel 2019 con alcuni profughi il Papa apponeva la croce di Mediterranea nel Palazzo Apostolico

Nel 2019 con alcuni profughi il Papa apponeva la croce di Mediterranea nel Palazzo Apostolico - Ansa

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“Il Santo Padre prega per la vostra missione”. A pochi giorni dalla partenza da Trapani della nave Mare Jonio, è arrivata ai volontari di “Mediterranea” una nuova lettera dalla Santa Sede. L’ha firmata il cardinale Michael Czerny, prefetto ad interim del Dicastero per lo sviluppo umano integrale.

Nel messaggio Czerny trasmette all'rganizzazione i saluti di Papa Francesco. “Il Santo Padre prega per la vostra missione, anche noi preghiamo per lui come sempre ci chiede. Insieme ai miei più sinceri auguri di un Santo Natale, estendo quelli di Papa Francesco a tutta la Mediterranea Saving Humans e a quanti insieme a voi collaborano alla missione di creazione di un mondo in cui possiamo davvero essere fratelli e sorelle tutti”, si legge.

La notizia arriva mentre si apprende che dopo più di undici ore di ispezione, la "Ocean Viking", nave di soccorso utilizzata da "Sos Mediterranee" e gestita in collaborazione con la "Federazione internazionale delle Società di Croce Rossa e Mezzaluna Rossa", è stata sottoposta a fermo amministrativo nel porto di Trapani. Poco più di un anno dopo il rilascio da un altro fermo amministrativo durato cinque mesi, la nave è stata nuovamente bloccata, per motivi che non sono collegati al precedente provvedimento. Questa volta, le principali carenze rilevate dai funzionari del Port State Control sono relative a un'altra area della nave: i container sul ponte di poppa della Ocean Viking. La certificazione di queste strutture come "carico" è messa in discussione, "ben due anni e mezzo dopo - commentano da bordo - che tali strutture sono state installate in un cantiere professionale e certificate da tutti gli organismi di regolamentazione pertinenti".

In occasione del compleanno del pontefice era giunta al pontefice una lettera di don Mattia Ferrari, cappellano della piattaforma umanitaria. Pochi giorni dopo è giunta la risposta ufficiale da Czerny. “A nome del nostro Papa Francesco, vi ringrazio tanto per la vostra lettera del 13 dicembre e per le vostre notizie”. Dopo molti mesi “in cui siete dovuti stare fermi, vi ringrazio - ha scritto il cardinale - anche del vostro coraggio di ripartire con la Mare Jonio, per riprendere la missione in mare insieme alle altre organizzazioni della “civil fleet”. Continuo a pregare per voi, come anche Papa Francesco vedete che continua a chiedere nei suoi interventi pubblici che si aprano vie legali e sicure di accesso alla protezione internazionale”.

La nave 'Mare Jonio' nel porto di Trapani si prepara alla partenza, prevista nei prossimi giorni

La nave "Mare Jonio" nel porto di Trapani si prepara alla partenza, prevista nei prossimi giorni - Mediterranea Saving Humans

Per il porporato “soccorrere i nostri fratelli e sorelle migranti è il piú alto servizio che potete offrire. Vi accompagniamo nelle vostre “spine”, le critiche e le calunnie”. Da qui un incoraggiamento: “Voi avete sperimentato in mezzo al mare che la fraternità universale puó essere risanata con l’amore, manifestato in pienezza nella Croce di Gesù. Continuate a percorrere questa strada dell’amore senza stancarvi. Il nostro sogno comune di una fraternitá universale si fa realtà grazie a gesti come i vostri, facendovi veramente sorelle e fratelli dei nostri migranti e rifugiati”.

“Noi proviamo, nella nostra pochezza, a fare la nostra parte”, diceva don Ferrari. Ricordando poi un episodio: “Il Crocifisso con il giubbotto salvagente recuperato dopo un naufragio che le abbiamo regalato e lei hai fatto esporre vuole ricordare al mondo proprio quello che abbiamo sperimentato in mezzo al mare: la fraternità universale si è rotta, ma l’amore, manifestato in pienezza nella Croce di Gesù, può risanarla”. Alcuni mesi prima, il 19 dicembre 2019, Papa Francesco aveva compiuto un gesto inatteso. Nell'accesso al Palazzo Apostolico dal Cortile del Belvedere, aveva fatto apporre una croce, realizzata con acqua di mare, con un giubbotto salvagente come simbolo dei tanti morti senza nome annegati nel Mediterraneo. La croce era stata realizzata e donata al pontefice proprio dai volontari italiani.

La Croce di Mediterranea apposta dal Papa all'ingresso del Palazzo Apostolico nel 2019

La Croce di Mediterranea apposta dal Papa all'ingresso del Palazzo Apostolico nel 2019 - Cindy Wooden Twitter


Da allora si sono susseguiti numerosi incontri con i vescovi italiani ed europei, tra cui Jean-Claude Hollerich, cardinale presidente della Commissione delle conferenze episcopali della Comunità Europea, i quali attraverso gli aiuti delle diocesi hanno permesso di svolgere numerose operazioni di soccorso in mare.

Non è la prima volta che viene resa pubblica una parte della fitta corrispondenza tra il Vaticano e i soccorritori in mare delle varie Ong. Il 10 aprile 2020 Papa Francesco aveva scritto una lettera autografa indirizzata a Luca Casarini, capomissione di Mediterranea: «Grazie per tutto quello che fate. Vorrei dirvi che sono a disposizione per dare una mano sempre. Contate su di me». Nei prossimi giorni la Mare Jonio dovrebbe riprendere il mare verso l’area di ricerca e soccorso a Sud di Lampedusa. Come tutte le altre organizzazioni umanitarie anche Mediterranea ha subito indagini giudiziarie e sequestri. E come per tutte le altre organizzazioni non si è mai arrivati a un processo.



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