venerdì 5 giugno 2020
Nuovo piano da 130 miliardi. Somma una tantum. Da noi slitta invece il Family act e 250mila nuclei costretti al reddito d’emergenza
a cancelliera Angela Merkel dialoga con due giornalisti durante un’intervista al canale tv Ard

a cancelliera Angela Merkel dialoga con due giornalisti durante un’intervista al canale tv Ard - Epa

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È un’istantanea dell’Europa a due velocità. La Germania dà un assegno anti-crisi (una tantum) di 300 euro a figlio, mentre da noi le famiglie si mettono in fila (telematica) per il reddito d’emergenza. Il governo di Berlino investe altri 130 miliardi di euro (pari al 4% del Pil) in un nuovo pacchetto di aiuti per fronteggiare la crisi economica causata dal coronavirus. E destina parte dei soldi alle famiglie. Con un bonus di 300 euro a figlio per ogni nucleo familiare, il cui pagamento sarà effettuato in tre rate da 100 euro e che sarà elargito assieme al Kindergeld, l’assegno familiare, introdotto dal 2004, per ogni bambino fino al 18esimo anno compiuto, che spetta ai genitori residenti in Germania o anche all’estero ma che versano le tasse al fisco tedesco.

Per il primo ed il secondo figlio lo Stato federale elargisce così ogni mese 204 euro a testa, per il terzo figlio l’aiuto arriva a 210 euro, dal quarto sale 235. Il ministero della Famiglia, guidato dalla socialdemocratica Franziska Giffey, sta anche pensando a un aumento dell’Elterngeld, il congedo parentale che prevede il pagamento del 67% dello stipendio per 14 mesi per le madri che restano a casa ad accudire i neonati. Le madri, ma anche i padri che a causa della crisi sono rimasti disoccupati potranno chiedere un aumento del congedo sia economico sia temporale.

«Stiamo anche pensando ad asili completamente gratuiti o a costi molto bassi per quelle famiglie che ora sono in particolare difficoltà. I provvedimenti approvati confermano come il governo tedesco ha sempre in grande considerazione le politiche familiari», ha spiegato ieri Giffey. La Germania è il Paese dell’Unione europea che sta investendo di più da quando è iniziata la pandemia. Secondo l’istituto economico Iw, prima dell’ultimo piano da 130 miliardi, lo Stato federale aveva già investito più di 287 miliardi di euro. Le spese a causa della pandemia saranno superiori alle entrate, per la prima volta da quando Merkel guida il governo la Germania vedrà aumentare quindi il suo debito che potrebbe avvicinarsi all’80% del Pil. La crisi inizia a farsi sentire anche nella ricca ed industriale Germania. È colpito soprattutto il settore dell’auto e tutto l’indotto.

Il governo ieri ha approvato anche gli incentivi fino a 6mila euro per le auto elettriche ed ibride, ma non quelli per diesel e benzina, un duro colpo per tutte le case automobilistiche tedesche. Ma a spiccare è soprattutto l’intervento sull’Iva, che è stata tagliata per 6 mesi dal 19% al 16% e (nell’aliquota ridotta) dal 7% al 5%, con un costo di 20 miliardi. In Italia, invece, il discorso è ben diverso. L’attesa per il Family act fortemente voluto da Italia Viva e dalla ministra Elena Bonetti (e la parallela legge delega del Pd) sembra destinata ad allungarsi: anche questa settimana non se ne parla. Quanto agli aiuti monetari legati all’emergenza, a parte il bonus baby-sitter (per lavoratori della sanità, dipendenti privati e autonomi), non resta che 'aggrapparsi' al reddito d’emergenza (Rem) per chi è rimasto escluso da ogni altro sussidio, che prevede appunto un primo accenno di gradualità in base ai figli. Nulla di clamoroso: l’assegno va dai 400 euro a un limite massimo di 840 euro (al mese, per due mensi-lità) per un nucleo di 4 persone con al suo interno un disabile.

Proprio ieri l’Inps ha reso noto che, in appena due settimane, le richieste sono arrivate a quota 250mila, a fronte di una platea stimata dal governo di 876.600 famiglie, pari a circa 2 milioni di persone. Una settimana fa, il 27 maggio, le richieste erano 100mila. L’attesa, visti i precedenti eclatanti ritardi soprattutto sulla cassa integrazione, è soprattutto per quando arriveranno i soldi. Si vuole evitare un bis del recente passato, che rischierebbe di alimentare ancor più il disagio sociale venuto a galla negli ultimi giorni. L’Inps inizierà a erogare il Rem a chi ne ha fatto richiesta già a partire dal 10 giugno. Tempi rapidissimi, quindi, considerando che le domande sono iniziate ad arrivare dal 22 maggio.

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