lunedì 2 dicembre 2013
Già una decina le confische operate nel Comune altoatesino in seguito alla nuova ordinanza. Il direttore Caritas: "Occorre combattere la povertà, non i poveri".  
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Che sia vietato l'accattonaggio, è normale. Che i vigili possano confiscare il denaro raccolto in questo modo, è per lo meno originale. Il Comune di Bressanone, antica e nobile cittadina altoatesina di 30mila abitanti, si è dotato di una ordinanza che, per l'appunto, consente di mettere in atto una forma alquanto "forte" di dissuasione. Il vicesindaco del Pd, Gianlorenzo Pedron, si è affrettato a spiegare che si tratta di mettere un argine all'invadenza e alla prepotenza di alcuni mendicanti, che si rivolgerebbero in modo troppo petulante soprattutto alle persone avanti con gli anni e dunque in generale meno pronte a reagire. "Vi sono - ha aggiunto -anziani che non hanno più il coraggio di andare al cimitero per ricordare i loro defunti perché davanti all'ingresso c'è chi chiede soldi anche per riempire un annaffiatoio".

Sinora, a quanto risulta all'Ansa, l'ordinanza è stata resa operativa una decina di volte. E non si tratta nemmmeno di una novità assoluta: a Vipiteno nel 2012 fu varata la "Regolamentazione del bivacco e dell'accattonaggio", in cui la pena accessoria per chi viola le disposizioni è, appunto, la confisca del "denaro che costituisce prodotto della violazione". Per amore di cronaca va aggiunto che una ordinanza analoga, introdotta a Venezia, fu invece bocciata dal Consiglio di Stato.

A Bressanone, comunque, non tutti l'hanno presa bene. Il direttore della Caritas locale (con sede a Bolzano), Heiner Schweigkofler, ha fatto sapere che la sua organizzazione "è decisamente contraria a questo tipo di divieti e reclama un approccio meno superficiale al tema". Ferma restando la necessità di sanzionare l'accattonaggio molesto, aggressivo o fraudolento ("Ma per questo le leggi ci sono già", ha aggiunto il direttore), "occorre più che altro combattere la povertà, non i poveri". Più chiaro di così... (A.Ma.)

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