mercoledì 25 agosto 2010
Apprezzamenti per il veto posto dalla Corte Usa all'uso degli embrioni per la ricerca. E sul palco di Rimini salgono voci di rinascita dal Sud del mondo, mentre l'arcivescovo di Dublino, Diarmuid Martin, ritorna sulla scandalo pedofilia e sulla rinascita irlandese.
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La sentenza della Corte federale statunitense che lunedì ha bloccato i finanziamenti pubblici alla ricerca sulle cellule staminali embrionali «è la novità più radicale di questi ultimi anni su questo delicato tema». Carter Snead, esperto della consulta bioetica dell’amministrazione Bush, e docente di diritto alla Notre Dame University, abbandona per un’istante il discorso scritto per il Meeting, per commentare la novità che arriva dagli Usa. Si parla di tutela della vita, e il professor Snead descrive la svolta che «tragicamente» si è registrata, con Obama, sulla prevenzione dell’aborto (in particolare sull’obiezione di coscienza) e sui finanziamenti alla ricerca sulle staminali embrionali, «sostenuta fra l’altro da una campagna comunicativa che profila come alla portata obiettivi scientifici invece del tutto illusori». Ma ora, con questa sentenza, «Obama - si dice sicuro - ha le mani legate, può solo sperare in un ribaltamento interpretativo dalla Corte Suprema di Appello, o promuovere una nuova legge del Congresso, ma con i numeri che si profilano per il voto di novembre anche quella soluzione sarà difficile».E dunque dagli Usa arriva un segnale inatteso, in controtendenza, a quell’idea che si va affermando nella biologia moderna «di spiegare l’origine della vita in termini meccanici o chimici», come la definisce John Milbank, docente di religione politica ed etica alla Notthingham University. Spiegazioni che pretenderebbero di tenere fuori la fede, «mentre è più realistico immaginare un’origine trascendente della vita, come la Bibbia ci insegna». Solo così, spiega Milbank, «l’essere umano ha la possibilità di dilatarsi, attraverso la dimensione del cuore», dice in chiaro riferimento al tema del Meeting di quest’anno. «"Perché, abbandonando l’umanesimo cristiano si perde l’idea stessa della vita, per andare verso la nullità, verso la ricerca del piacere corporale, e la ricerca assoluta del libero arbitrio».Qualcosa di simile è avvenuto in Italia sul caso di Eluana Englaro, sottolinea il professor Andrea Simoncini, docente di diritto costituzionale a Firenze, nella duplice veste di moderatore e relatore ("per effetto della crisi economica", ironizza sul doppio ingaggio). «Quello è stato un bivio fondamentale, in grado di segnare un’epoca, un caso del quale ci siamo già dimenticati», rimarca Simoncini. «Ha affermato un principio per cui la vera libertà è libertà dal bisogno, è capacità di intendere e di volere. Come se a un bambino, che palesemente non ha tale capacità, fosse possibile negare l’alimentazione». La soluzione, per Simoncini, quando una persona non è più in grado di provvedere a sé stessa dovrebbe essere allora la nomina di un tutore, «e questo sono state per 14 anni le suore di Lecco, per lei». Mentre, è sempre il giurista che parla, «la pena di morte non può essere inflitta in Italia da nessun tribunale, nemmeno più da quello militare».
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