sabato 5 dicembre 2015
​A Roma tre giorni di conferenza per affrontare la questione Libia, migranti e sicurezza.
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Il Mediterraneo torna al centro dell'agenda internazionale. Riparte dalla ''Conferenza MED 2015 - Mediterranean Dialogues'', organizzata a Roma dal ministero degli Affari Esteri e della Cooperazione Internazionale e l'Istituto per gli Studi di Politica Internazionale dal 10 al 12 dicembre prossimi, il tentativo di mettere attorno a un tavolo i leader politici, economici, della sicurezza, della cultura e dei media di per fare il punto sulle crisi in atto nella regione ma anche per gettare le basi per ''un'agenda futura che sia positiva'', come ha spiegato stamani alla stampa il ministro degli Esteri Paolo Gentiloni.     Circa 300 i rappresentanti provenienti da 40 Paesi che prenderanno parte alla tre giorni: dal re di Giordania, Abdallah II, al segretario generale della Lega Araba, Nabil El Araby; dal premier tunisino Habib Essid, al ministro degli Esteri del Qatar, Khalid Bin Mohammed Al Attiyah; dall' ad di Eni, Claudio Descalzi, al tycoon egiziano Naguib Sawiris; dal Commissario Ue all'antiterrorismo Gilles de Kerchove a quello per le Migrazioni, Dimitris Avramopoulos, fino all'Alto rappresentante per la politica estera europea, Federica Mogherini. Si parlerà di sicurezza, minaccia terroristica, energia, emergenza migratoria nel tentativo di ''ricreare gradualmente un tessuto di ordine che sembra completamente lacerato'', fa sapere Gentiloni. Il Mediterraneo, ha detto il titolare della Farnesina, ''si trova in un momento cruciale e l'Italia lavora per rimetterlo al centro dell'agenda''. Folta anche la rappresentanza italiana, con in prima fila il premier Matteo Renzi e i ministri per lo Sviluppo economico e della Difesa, Federica Guidi e Roberta Pinotti, al presidente di Confindustria, Giorgio Squinzi. Tre giorni di confronto che precedono un altro importante appuntamento, ha ricordato Gentiloni - quello del 13 dicembre sulla Libia - in cui forse qualcosa potrebbe muoversi, almeno questo l' auspicio della Farnesina, anche sul fronte del processo di pace in Medio Oriente, vista la presenza dei due capo negoziatori, Silvan Shalom e Saeb Erekat. ''Non penso che la Conferenza sul Mediterraneo troverà una soluzione al processo di pace in Medio Oriente ma vista la situazione di stallo e cosi' delicata, ogni occasione di incontro e dialogo e' assolutamente prezioso'', sottolinea Gentiloni.     Il Mediterraneo va dunque visto come un mare di opportunità. A cambiare gli scenari, rammenta il responsabile della diplomazia italiana, l'accordo sul nucleare iraniano, il raddoppio del Canale Suez e la recente scoperta dell'Eni in Egitto, ma anche i tassi di crescita del continente africano e la nuova via della seta con la previsione di 60 miliardi di investimenti cinesi. E poi ancora, la tutela dei beni comuni del Mar Mediterraneo, come i 400 siti Patrimonio Unesco e le 236 aree marittime protette. E' da qui che bisogna ripartire, per questo, ha concluso Gentiloni, l' idea è che questa prima edizione diventi un appuntamento fisso, "tra i più rilevanti sulla scena internazionale''.
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