venerdì 25 ottobre 2013
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«Dear high Representative, recalling the tragic events off the coasts of Italy...». Nel suo ufficio il ministro della Difesa Mario Mauro dà un’ultima scorsa al testo della lettera scritta a quattro mani in inglese insieme al ministro degli Esteri Emma Bonino e destinata all’alto Rappresentante dell’Unione europea per gli Affari Esteri e le politiche di sicurezza Catherine Ashton. Si è appena concluso il vertice a Palazzo Chigi con il quale il governo italiano ha fatto il punto, nell’imminenza del Consiglio europeo, sulle misure da prendere per rafforzare il pattugliamento e soprattutto il soccorso in mare. La tragedia di Lampedusa ha lasciato il segno, e non a caso la missiva parte proprio dall’evocazione di quella immane tragedia. «Oggi è un giorno importante - dice Mauro - l’unità d’intenti registrata fra i ministri stamattina diventa unità di intenti operativa e umanitaria anche in sede europea».Ma sulla Bossi-Fini sotto accusa, il Governo non rischia nuove frizioni fra le due anime principali della coalizione?Questo rischio non c’è, e la risoluzione assunta a Strasburgo con l’adesione anche dei parlamentari del Ppe chiarisce l’equivoco. Qui non si tratta, come ha detto anche il ministro Alfano di sconfessare alcunché, si tratta certo di rafforzare una politica di accoglienza e prevenzione delle tragedie, ma si tratta soprattutto di non perdere tutti insieme, l’Italia e l’Europa, e i due grandi filoni politici dell’Europa - che si riconoscono entrambi nel valore della solidarietà e del rispetto dei diritti umani - questa grande occasione. Vorrei ricordare che si stimano in circa 20mila i morti in mare nel canale di Sicilia. Sin troppo si è atteso per farne un problema di rilevanza europea.Che cosa mettete in campo, da oggi?Da oggi l’operazione Mare Nostrum diventa un’operazione di carattere europeo. Abbiamo fatto il punto su questo enorme dispiegamento di forze che abbiamo messo a disposizione per contrastare il traffico di esseri umani: parliamo - ricordo - di ben sei unità navali, parliamo di un’attività realmente Interforze con il contributo anche delle guardie Costiere, della Guardia di Finanza, oltre che del ministero dell’Interno. Con la presenza di unità operative della Polizia di Stato che saranno specificamente impegnate un’attività di investigazione preventiva già in acque internazionali al largo della Tunisia e della Libia per scovare in tempo, prima che si mimetizzino fra i disperati che trasportano, i trafficanti.Ma l’esperienza insegna che ciò non basta.Ed infatti l’oggetto principale della lettera che abbiamo inviato con il ministro Bonino all’Alto rappresentante per gli Affari Esteri avanza due proposte. La prima: che questa operazione che noi abbiamo lanciato diventi patrimonio dell’intera Ue, e molti segnali ci fanno capire già che così sarà. L’altra proposta è mettere a tema al primo punto, nel prossimo vertice Europa-Africa che dovrebbe tenersi entro marzo fra i 28 primi ministri europei e i 54 del continente africano, questi problemi. Quel vertice non potrà essere una grande occasione sprecata e sono fiducioso che non lo sarà. Chiediamo quindi alla Ashton che l’operazione nel Canale di Sicilia diventi a tutti gli effetti un’operazione della Ue, al pari di quelle che già l’Unione porta avanti in Libia, nel Sahel e nel Corno d’Africa.Perché è fiducioso nel concorso dell’Europa, questa volta?Al di là della consapevolezza comune che emerge oggi dagli incontri tenuti sia a livello di Ppe che di Pse, ci sono delle disponibilità politiche ed operative su cui possiamo già contare. Intanto la Slovenia contribuisce con una nave all’operazione, e non è cosa da poco essendo la sua flotta dotata di due unità, ed essendo questa l’unità più rilevante delle due. Ma abbiamo assicurazioni politiche anche da Spagna, Finlandia (la lontanissima Finlandia) e la vicinissima Grecia, che siamo più che fiduciosi possa tradursi al più presto in una disponibilità anche operativa in mezzi ed uomini. Alla Ashton chiediamo esplicitamente un rilancio del dialogo con questi Paesi, e un «più efficiente controllo dei confini» e una comune azione di «contrasto delle organizzazioni criminali impegnate nell’immigrazione illegale».Su quali ministeri graverà l’onere della missione, e che durata avrà?Graverà sui portafogli di Interno e Difesa, e la sua durata purtroppo non è possibile definirla. Naturalmente siamo convinti che questo rafforzamento dell’attività di Frontex, nel pattugliamento delle frontiere e quella che sta per essere messa in campo di Eurosur, per le attività di sicurezza, verrà certamente incontro ai nostri sforzi che sopportiamo a nome dell’Unione.Il salto di qualità ci sarà?Ne va della credibilità della stessa Ue. Affrontare questo tema drammatico può diventare la grande occasione di rilancio del patto europeo: dall’unione monetaria all’unità che mette al centro la dignità dell’uomo.
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