giovedì 23 giugno 2016
COMMENTA E CONDIVIDI

Moreno Morani, professore ordinario presso l'Università degli Studi di Genova e docente di Glottologia e Linguistica storica, ha tradotto per noi il brano di Isocrate proposto quest'anno per la seconda prova scritta dell'esame di maturità classica.

Nei programmi ministeriali - fa notare Morani - Isocrate è ufficialmente compreso tra gli autori proposti per la classe terminale del liceo. Nonostante questo è autore poco praticato nelle scuole: la maggior parte degli insegnanti preferisce la lettura di Platone (che è indicato come possibile alternativa). Ad ogni modo il brano è abbastanza facile per sintassi e lessico. Nuoce un po' il tono enfatico (ma è una caratteristica dello stile di Isocrate), e il moralismo di fondo. Gli studenti si saranno trovati nella condizione di scrivere in un italiano faticoso da leggere (anche per i tanti participi e infiniti del testo). Ma al di là di questo la comprensione del testo non poneva grossi problemi e procedeva in modo lineare, cosa che non sempre è avvenuta nelle utlime sessioni di maturità classica. ​

"Vedo infatti che quanti preferiscono onorare l’ingiustizia e ritengono che il massimo bene consista nel prendere qualcosa dei beni altrui si trovano nella stessa situazione degli animali attratti da un’esca: all’inizio gustano il boccone che hanno preso, ma poco dopo si trovano nelle peggiori disgrazie; invece quanti vivono con rettitudine e giustizia trascorrono il tempo presente in modo sicuro e hanno speranze più gradevoli per tutto l’avvenire. E anche se non capita che la situazione proceda tutte le volte in questo modo, almeno nella maggior parte dei casi si realizza in questi termini. Conviene dunque che le persone di retto pensiero, posto che noi non vediamo quello che ci sarà sempre utile, scelgano manifestamente ciò che in genere è utile. Si trovano invece nella situazione più irragionevole possibile quanti ritengono che la giustizia sia un comportamento più bello e più gradito agli dèi rispetto all’ingiustizia, ma pensano che chi la pratica vivrà peggio di quanti hanno scelto la malvagità. Vorrei però che, come è conveniente che la virtù venga lodata, così fosse agevole convincere gli ascoltatori ad esercitarla. Ora tuttavia temo di stare dicendo questo inutilmente. Infatti da molto tempo ormai siamo corrotti da uomini che non sono capaci d’altro che di ingannare, i quali a tal punto hanno disprezzo per la gente che, quando vogliono fare la guerra a qualcuno, arraffano ricchezze e osano dire che si devono imitare gli antenati e che non dobbiamo permettere di essere derisi né di lasciare navigare per mare quelli che non vogliono pagarci i tributi".

© Riproduzione riservata
COMMENTA E CONDIVIDI

ARGOMENTI: