giovedì 3 ottobre 2013
​I fondi per opere pubbliche e monumenti. Ne serviranno alti 800 per portare a compimento tutti gli interventi necessari. (Caterina Dall'Olio)
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Arriva la prima tranche del miliardo e trecentotrenta milioni di aiuti post sisma. La giunta regionale dell’Emilia Romagna ha varato il piano annuale 2013 - 2014 per il ripristino di opere pubbliche, beni culturali, religiosi, di edilizia scolastica e universitaria danneggiati dal terremoto del maggio scorso. Cinquecentotrenta milioni di euro per un totale di 656 lavori. Ne serviranno più o meno altri ottocento per portare a termine tutte le ricostruzioni necessarie.I settori che hanno avuto il maggior numero di interventi sono: Comuni e Province, per un importo complessivo di circa 160 milioni (circa il 30% per 264 interventi), e gli enti religiosi, per un ammontare di 125 milioni (24% per 169 interventi). Il 3% del totale va ai beni demaniali ed ecclesiastici di proprietà pubblica e l’1,5% a monasteri e conventi. Alle strutture sanitarie più o meno il 13% e alle strutture scolastiche il 20%. Seguono infine le opere di bonifica e irrigazione. Questi soldi si vanno ad aggiungere al miliardo e 200 milioni di euro già speso sotto disposizione del commissario per l’Emergenza e governatore della Regione Vasco Errani. Il provvedimento è stato predisposto dalla Struttura tecnica del Commissario alla ricostruzione, in seguito a un rilevamento preliminare in collaborazione con i Comuni colpiti dal sisma, la direzione regionale del ministero per i Beni culturali e la Conferenza episcopale dell’Emilia Romagna. Un piano che «interessa una parte importante del patrimonio culturale, religioso e anche pubblico – commenta Alfredo Peri, assessore alla Programmazione –. Ha un’incidenza rilevante sull’assetto urbanistico ed edilizio delle piccole città e dei paesi». La priorità degli interventi è stata scelta in base a criteri indicati dalla legge regionale «in uno stretto confronto con i Comuni e le diocesi», continua Peri. Un provvedimento senza precedenti, «straordinario per interventi e risorse – sottolinea l’assessore alle Attività produttive, Gian Carlo Muzzarelli – che avvia la ricostruzione del cuore delle nostre comunità. Un ulteriore e importante tassello di una ricostruzione che sta procedendo speditamente anche sul fronte delle imprese e delle abitazioni. Le risorse mancanti per completare il programma delle opere pubbliche – conclude Muzzarelli – sono da conquistare». Questo primo passo, a poco più di un anno dal terremoto dell’Emilia, «ci dà finalmente il necessario per partire – commenta don Mirko Corsini, delegato regionale per l’emergenza della diocesi di Bologna –. Il piano approvato è ottimo, segno di una grande sinergia tra tutte le realtà coinvolte». Ancora sessanta giorni per presentare i progetti di ricostruzione, sperando che vengano approvati, poi le gare d’appalto e «in primavera si apriranno i primi cantieri – continua Corsini –. Ogni diocesi si comporterà in modo autonomo. In generale, la precedenza va alle parrocchie completamente rase al suolo e via via a situazioni meno gravi». I fondi comunque serviranno a coprire interventi per i luoghi che ormai nella Bassa padana chiamano familiarmente «chiusi per terremoto». «Quelli che sono da restaurare o da rinforzare dovranno aspettare – continua Corsini –. È solo il punto di partenza per una lunghissimi staffetta piena di ostacoli. Ma intanto partiamo».E a proposito di ricostruzione. Ieri si è appreso che il ministero per lo Sviluppo economico e la Regione Molise firmeranno, entro la prossima settimana, l’accordo di programma che permetterà la ricostruzione di 219 immobili, danneggiati dal sisma del 31 ottobre 2002. L’accordo interesserà 178 case private e 41 pubbliche, per un importo complessivo di oltre 92 milioni di euro.
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