giovedì 2 giugno 2016
Il capo dello Stato avverte: ​«Crisi economica, terrorismo, migranti, temi che richiedono collaborazione e condivisione internazionale». In mattinata le celebrazioni ai Fori imperiali con 400 sindaci.
Mattarella: un 2 giugno di coesione
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E' festa per la Repubblica italiana, che compie 70 anni. S’illumina, al tramonto, con le luci tricolori, il Torrino del Quirinale, mentre gli oltre mille ospiti 'vip' del tradizionale ricevimento sul Colle sciamano dal portone principale. Oggi toccherà a migliaia di cittadini (furono 20mila lo scorso anno) che anche quest’anno potranno far visita agli splendidi giardini. È festa, in un momento difficile per il Paese e per l’Europa, fra il fenomeno immigrazione e crescita affannosa. Mattarella insiste sulla necessità di uscirne uniti, come italiani, e come europei. «Crisi economiche, migrazioni, terrorismo interpellano le nazioni e la comunità internazionale ed esigono grande e crescente collaborazione », dice nel giorno in cui infuria l’ennesima polemica sui migranti. Una festa con lo sguardo proteso in avanti. Bisogna «non celebrare ma riaffermare i valori e i principi alla base della Repubblica: la libertà, l’uguaglianza sociale, la solidarietà». Perché - spiega il capo dello Stato nel messaggio agli ambasciatori, al termine del concerto dell’Orchestra sinfonica della Rai, con Salvatore Accardo, Mario Brunello e Beatrice Rana - i problemi «sono sempre più interconnessi, interpellano tutti il Paese e richiedono collaborazione e grande condivisione ». E «i valori che caratterizzano la Costituzione» sono «alla base della democrazia » e rimangono «obiettivi da perseguire per il futuro dell’Italia». Poi il presidente si porta nei giardini del Quirinale a salutare gli invitati, insieme al premier Matteo Renzi. Mescolati fra gli invitati anche i ministri Pinotti, Alfano, Franceschini, Padoan, Giannini e Madia, i presidenti Boldrini e Grasso, seduto a un tavolo con l’amico di sempre Emanuele Macaluso anche il presidente emerito Giorgio Napolitano, con Giuliano Amato. Renzi è con la moglie Agnese e i tre figli e ben presto prevale in lui l’invincibile attrazione per lo sport. Saluta e parla fitto fitto con il ciclista messinese vincitore del Giro d’Italia Vincenzo Nibali, s’informa del Tour («Anche li te la vedi con Valverde?») comunica il suo personale record di stile libero nel corso delle nuotatine quotidiane che riesce a ritagliarsi al campione europeo Luca Dotto. «52 secondi, ma una volta sola, in genere faccio 54...». «Ottimo», viene incoraggiato. Chiede a Nibali quanta pasta mangia, e i 100 grammi che ottiene come risposta è un’informazione preziosa che gira subito alla moglie. È un giorno buono per la nostra economia, chi sa se non gli si sia avvicinato proprio per commentare i nuovi dati dell’Ocse sulla crescita, Alberto Quadrio Curzio, ma - niente - per Renzi è un raro momento di relax: «Professore, conosce Nibali?», dice all’economista della Cattolica. Il gruppo di sportivi capeggiato dal presidente del Coni Giovanni Malagò la fa da mattatore al Quirinale, ma l’assoluto protagonista diventa l’ospite più riservato e meravigliato di essere qui, ossia Claudio Ranieri l’allenatore del Leicester dei miracoli, che regala la maglia dei vincitori della Premier League al capo dello Stato, altrettanto fa Nibali con la sua maglia rosa. In mattinata, nel saluto indirizzato ai prefetti Mattarella si era speso ancora una volta sull’esigenza di «coesione sociale», soffermandosi sull’accoglienza dei migranti che vede i rappresentanti locali del governo in prima linea «nella gestione dei continui flussi di persone in fuga da guerre, persecuzioni e povertà». Tocca a loro «garantire condizioni gene-È rali di sicurezza e di rispetto della dignità umana, per favorire la sistemazione più adeguata». Mattarella è soddisfatto della risposta che sta arrivando dalla periferia: «Grazie ad una attenta opera di mediazione si stanno realizzando, sulla base di accordi con enti locali e associazioni di volontariato, positive esperienze di accoglienza e di inclusione, con l’inserimento dei profughi anche in progetti di utilità sociale». Ma l’esigenza di «coesione» è fondamentale anche nell’altra sfida che la Repubblica vive in questi giorni difficili, il ritorno alla crescita e la creazione di nuove opportunità di lavoro. Strumento da perseguire «uno sforzo collettivo per valorizzare i segnali positivi per il rilancio del sistema produttivo e ogni opportunità di occupazione e crescita sociale», segnala Mattarella, rinfrancato dai dati che proprio ieri segnalavano una conferma del passaggio della crescita alla cifra piena. I 70 anni della Repubblica evocano anche la prima volta, del voto alle donne. Mattarella ha anche visitato a Montecitorio la mostra «1946. L’anno della svolta», dedicata proprio al 70esimo anniversario di questa svolta storica. Con lui la presidente della Camera Laura Boldrini, la presidente dell’Antimafia Rosy Bindi, il prefetto Paolo Francesco Tronca, e Lucia Annibali, l’avvocato sfregiata con l’acido dall’ex fidanzato. Un 2 giugno sempre più proiettato nell’apertura al pubblico. Si colloca in questa direzione anche l’inaugurazione della porta restaurata in via del Quirinale, non distante dall’ingresso principale e un tempo - fino al ’700 - portone di ingresso alternativo per carrozze e visitatori illustri del Palazzo. Nei piani del Quirinale - che proprio in questi giorni ha dato vita al nuovo sito, consentendo anche visite virtuali in 3D - potrebbe diventare la porta d’ingresso stabile per i cittadini che anche oggi affolleranno il 'Palazzo degli italiani'.
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